La Santa Sede ha sospeso la revisione dei libri contabili da parte di una nota società di consulenza. Nella Curia romana c'è chi non vuole che si facciano richieste troppo 'intrusive' sui segreti della finanza d'Oltretevere

papa-jpg
Il Vaticano ha sospeso la revisione dei suoi libri contabili da parte della società PwC, facendo fare un passo indietro agli sforzi di Papa Francesco di allontanare l'economia della Santa Sede da un passato che richiama scandali e di ricollocarla su standard internazionali.

Secondo gli osservatori che seguono le vicende d'Oltretevere, la decisione di fermare temporaneamente il lavoro della società di revisione può essere letta come la reazione di alcuni funzionari di alto livello dello Stato del Vaticano a richieste troppo approfondite di apertura dei libri contabili previste dal processo di revisione.

L'accaduto evidenzia quanto l'opposizione ai tentativi di riforma di Papa Francesco sia radicata in certi segmenti della Curia Romana, che per tradizione è estremamente diffidente dei cambiamenti e della modernizzazione.

"La resistenza è stata evidente fin dall'inizio, ma questo è un brutto colpo al processo di riforma", spiega Edward Pentin, giornalista del settimanale americano National Catholic Register, che per primo ha comunicato la sospensione della revisione contabile. "Per il sistema, apprendere quanto sarebbe stata rigorosa la revisione è stato uno shock – ed arrivare a standard internazionali è apparso come troppo intrusivo", scrive Pentin.

La sospensione della revisione contabile si aggiunge ai diffusi timori che la spinta riformatrice delle finanze vaticane subisca un rallentamento a causa del pensionamento obbligato, a giugno, del cardinale australiano George Pell, l'alto funzionario vaticano incaricato dell'economia della Santa Sede responsabile dei cambiamenti.

Papa Francesco avrebbe potuto scegliere di rimandare il pensionamento permettendo al cardinale Pell di continuare il suo lavoro fino alla fine del mandato quinquennale che ha scadenza 2019. Tuttavia, non è chiaro se questo fosse fattibile, considerando la resistenza interna alle riforme e il fatto che il prelato è stato accusato – anche se lui nega – di aver tenuto segreti degli episodi di abusi sessuali di cui era venuto a conoscenza in Australia.

Nel frattempo, sono sorti degli interrogativi sulla permanenza nel suo incarico di Jean-Baptiste de Franssu, il presidente della Banca Vaticana, o Istituto per le Opere di Religione (Ior). L'uomo della finanza francese ha guidato attivamente lo sforzo di ripulire le finanze dell'Istituto, considerato uno snodo per il riciclaggio di denaro sporco ed l'evasione fiscale.

La sospensione è stata annunciata in una lettera ai dipartimenti della Santa Sede del 12 aprile dell'arcivescovo Giovanni Angelo Becciu. Ciò indica che dietro la decisione potrebbe esserci la rete di influenze della burocrazia vaticana. L'arcivescovo è un alto funzionario del Segretariato di Stato, l'organismo incaricato degli affari politici e diplomatici del Vaticano, ed è considerato uno scettico riguardo agli sforzi per riformare la struttura finanziaria della Santa Sede.

Nella lettera, monsignor Becciu comunica ai suoi sottoposti che non sono più tenuti a fornire informazioni finanziarie alla PwC, come previsto all'annuncio della revisione a dicembre.

La sospensione della revisione non implica necessariamente che essa sarà messa da parte del tutto. Padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, ha solo comunicato che "alcuni aspetti del contratto" sono oggetto di riconsiderazione in maniera più "approfondita", inducendo a pensare che possa essere in corso una rinegoziazione dei termini laddove la revisione prevedeva richieste di informazioni delicate.

Il portavoce del cardinal Pell ha fatto buon viso a cattivo gioco: "Il cardinale Pell è rimasto sorpreso dalla lettera dell'arcivescovo, ma prevede che dopo che saranno stati discussi e chiariti alcuni punti, la PwC riprenderà il suo lavoro presto", dice. Ieri il cardinale Pell aveva un'udienza fissata con il Papa.

Anche se è vero che la riforma delle finanze vaticane ha fatto grandi passi avanti da quando papa Benedetto XVI e Papa Francesco ne hanno fatto una priorità, la maggior parte dell'economia della Santa Sede resta avvolta nella segretezza, incluso il suo esteso patrimonio immobiliare.


FT_LOGO
Traduzione di Guiomar Parada
© The Financial Times Limited, 2016