Le avevano abolite due anni fa. Ma almeno quaranta sono vicine al crac. E per sopravvivere continuano a drenare denaro pubblico
Nonostante siano state abolite nel 2014, le Province continuano in qualche modo a sopravvivere e a succhiare denaro pubblico nell’indifferenza generale. Quella di
Caserta ha dichiarato il dissesto finanziario la scorsa primavera, ma anche
Salerno, Siracusa e Massa Carrara non se la passano bene.
Secondo i dati raccolti dalla Cisl, sarebbero una quarantina quelle vicine al crac. Una boccata di ossigeno è arrivata pochi giorni fa dal Parlamento, dove grazie ad un emendamento di Antonio Misiani, deputato del Pd e relatore del decreto enti locali, le misure finanziarie per i Comuni in dissesto sono state estese anche alle Province, sempre più in crisi a seguito dei progressivi tagli dei trasferimenti statali, ai quali non è mai seguita una riorganizzazione definitiva dal punto di vista delle funzioni e delle strutture.
La norma prevede contributi per 300 milioni da qui al 2020 .Alle Province che ne faranno richiesta, però, i soldi dovranno servire per ripianare i buchi e spetteranno per un limite di 20 euro ad abitante.