In molti quartieri non ci sono fondi per aiutare in classe i bambini con patologie gravi. La giunta Raggi non ha previsto risorse aggiuntive e così il servizio, ora drasticamente ridotto, dalle prossime settimane è del tutto a rischio. Con conseguenze già pesantissime per le famiglie, fra mamme costrette a disertare il lavoro e nottate in bianco causate dallo stress dei piccoli
I primi giorni di scuola Carmen li ha passati in auto: se ci fosse stato bisogno, nessuno avrebbe potuto cambiare il pannolino alla sua Martina, di otto anni, che a causa di una malformazione cerebrale non parla né cammina. Così ha dovuto chiedere dei giorni di permesso al lavoro e passare le mattinate nei paraggi, pronta a intervenire in caso di bisogno. Benedetta, dopo aver preso le ferie, si è trasferita direttamente a scuola fino all’ora di pranzo: nessuno poteva seguire sua figlia Viola, che fa la prima e ha un pesante deficit a causa di una asfissia durante il parto. Marta, che deve essere imboccata a causa di un ritardo mentale, trascorre invece in classe solo due ore, quelle in cui è seguita da un assistente: dopo la mamma è costretta a riportarla a casa.
Marta, Viola e Martina non solo sole. La loro condizione accomuna tantissimi bambini romani affetti da gravi disabilità.
Vittime senza colpa della mancanza di soldi del Campidoglio e talvolta di pasticci amministrativi che si ripercuotono sulla pelle delle loro famiglie. A causa di risorse carenti, in vari quartieri
l’anno scolastico è infatti iniziato con una drastica riduzione del servizio di assistenza educativa-culturale (aec), ovvero quelle figure specializzate che fra l'altro aiutano i piccoli non autosufficienti ad andare in bagno, mangiare e che provvedono a cambiarli, se necessario.
In XIV Municipio (Primavalle, Monte Mario, Balduina e Ottavia), dove risiede anche la sindaca Virginia Raggi, i disabili che necessitano di essere costantemente seguiti sono oltre 200 e per arrivare al 31 dicembre (e risparmiare poco più di 100 mila euro) la giunta Cinque stelle ha effettuato un taglio lineare del 30 per cento delle ore. In XV (Cassia-Prima porta) i soldi finiranno a metà ottobre e servono 415 mila euro per assistere circa 150 bambini per tutto il 2016. Orizzonte temporale identico anche in II Municipio (Parioli, Nomentano, San Lorenzo), l'unico in mano al centrosinistra insieme al centro storico: 230 alunni interessati, che possono contare mediamente su una sola ora di aec al giorno. A Ostia, commissariata per mafia, la media scende ulteriormente: appena 50 minuti a testa al dì.
La situazione più difficile è in
III Municipio (Montesacro), dove sono 350 gli alunni non autosufficienti. L’assegnazione del servizio, biennale, è scaduta a maggio, il nuovo bando è stato pubblicato (in ritardo) a luglio, è stato oggetto di contestazioni e così le lezioni sono riprese senza che il nuovo corso entrasse a regime.
Per garantire i livelli dell’anno scorso per il resto del 2016 mancano all’appello 440 mila euro. Risultato, anche qui assistenza tagliata: una, massimo due ore al giorno per i casi più gravi. Con la conseguenza che le poche risorse vengono concentrate sui piccoli che più ne hanno bisogno, mentre quelli con un ritardo più lieve e maggiori potenzialità di recupero si trovano quasi del tutto sprovvisti di aiuto.
"I soldi basteranno fino al 20 novembre, dopo quella data il servizio resterà scoperto, malgrado avessimo avvertito per tempo sia la vecchia giunta di centrosinistra che quella nuova dei Cinque stelle" afferma la presidente della Consulta municipale sulla disabilità Maria Romano. Al Nuovo Salario alla primaria “Angelo Mauri”, che da sola conta una ventina di casi particolarmente gravi, la situazione è così tesa e delicata che alcuni genitori si sono rivolti a un avvocato per valutare il da farsi e fra alcuni è perfino partita l’idea di occupare la scuola per protesta. "Non ci sono più gli assistenti dello scorso anno con cui i bambini avevano creato un legame, e già questo è un problema" dice Michela Banchieri, madre di due ragazzini autistici di otto e dieci anni. "Inoltre loro si agitano moltissimo se non sono seguiti in classe e noi familiari paghiamo il prezzo più alto: se si stressano troppo a scuola, poi è un disastro anche per le terapie. Io e mio marito, ad esempio, stiamo passando intere nottate in bianco".
Per risolvere la questione nei vari municipi sarebbe bastato stanziare le risorse necessarie (in tutto qualche milione di euro) in occasione dell’assestamento di bilancio varato dalla giunta Raggi lo scorso luglio. Solo che, non senza polemiche,
non è stato previsto nemmeno un euro di fondi aggiuntivi per il sociale. Adesso, per rimpinguare le esangui casse delle ex circoscrizioni, l'appuntamento è rimandato alla nuova manovra di aggiustamento che l'Aula Giulio Cesare dovrà approvare entro fine novembre.
Intanto in III Municipio è già iniziata la polemica politica: il Pd, che aveva paventato i rischi e invitato a intervenire con urgenza, accusa i Cinque stelle di sottovalutazione, mentre la nuova maggioranza rassicura che tutto si risolverà in tempi brevi. "In estate avevamo segnalato il problema al Campidoglio ma non ci hanno ascoltato" riconosce l'assessore municipale ai Servizi sociali Giuseppe Sartiano: "In ogni caso abbiamo già recuperato 40 mila euro e contiamo di aumentare le ore di assistenza grazie ad alcune economie su altre voci di spesa, anche prima del 20 novembre". Intanto i bambini disabili e le loro famiglie aspettano.