Passa il ddl con 317 sì (Pd, M5s e Si-Possibile), 40 no (Fi, Fdi, Ln) e 13 astenuti (Ap). Ora manca solo l'approvazione del Senato. Felici solo i Dem, contro cui si scagliano pentastellati e sinistre: «Persa una grande occasione. Perché ha distrutto la sua stessa legge?»

La Camera ha approvato il ddl sull’uso terapeutico della cannabis con 317 voti favorevoli (Pd, M5s e sinistre), 40 contrari (Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega) e 13 astenuti (Ap). Ora il provvedimento passa al Senato.

LE REAZIONI

Entusiasta il Pd. «Come è stato per le unioni civili e per tante altre lotte sui diritti che questa legislatura ha condotto e che lascia in eredità al Paese, non possiamo rinunciare a percorrere anche quest’ultimo miglio per il riconoscimento del diritto naturale di scegliere nella piena libertà di ogni individuo» afferma la deputata del Pd Enza Bruno Bossio. Esprime «grande apprezzamento» anche Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, che giudica la legge «una norma di grande civiltà, un aiuto concreto nel contenimento del dolore per i malati gravi resistenti alle terapie convenzionali».
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A favore della legge anche Sinistra Italiana e M5s, ma con qualche riserva. «Ci accontentiamo di un testo sugli usi terapeutici della cannabis reso necessario dall’ostilità di un ministero, quello della Salute, che molte cose avrebbe già potuto fare e non ha fatto» ha dichiarato il deputato di Si-Possibile Daniele Farina «Potevamo contrastare la criminalità organizzata, destinare miliardi di euro alla scuola, al riassetto del territorio, ai giovani come alle pensioni. Potevamo creare d’incanto decine di migliaia di posti di lavoro. Potevamo destinare ingenti risorse alla prevenzione, alla riduzione del danno e del rischio».
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«Siamo contenti che, grazie anche alla nostra insistenza, per la prima volta si sia discusso alla Camera di legalizzazione della cannabis» scrive in un comunicato il gruppo M5S alla Camera. Che ha votato sì «con l’amaro in bocca»: «Negare la legalizzazione della cannabis è stato l'ultimo atto ipocrita del Pd che permette alla criminalità di prosperare. Una scelta ideologica, falsa e dannosa che non vuole vedere quanto sta accadendo a livello internazionale: la legalizzazione sta portando un sostanziale abbassamento dei reati, maggiori entrate fiscali, una diminuzione del consumo soprattutto tra i giovani». «La cosa più triste» continuano i deputati pentastellati «è vedere che a distruggere questa legge non sono stati solo i rappresentanti di Lega Nord, Fi, e Fdi che ideologicamente rigettano anche i dati più evidenti, ma gli stessi deputati del Pd che hanno sottoscritto la proposta di legge dell'intergruppo per la legalizzazione: Roberto Giachetti e Giuditta Pini in testa, che hanno tradito il lavoro che avevano sostenuto in questi anni».

Critico con il Pd anche il il senatore Benedetto Della Vedova. «La Camera ha approvato un disegno di legge che nemmeno affronta il tema come si dovrebbe, vale a dire con una apertura vera, sulla base delle esperienze migliori in giro per il mondo» afferma Della Vedova «il testo di legge dell’Intergruppo Cannabis Legale non è stato bocciato, ma rimosso. Questa è una sconfitta per l’Intergruppo e mia personale, naturalmente, perché non siamo riusciti a fare quello che volevamo: portare in aula e far votare quel testo sulla legalizzazione. È innanzitutto una responsabilità del Pd, diviso al proprio interno e che non ha voluto litigare con i compagni di cordata della coalizione di governo di Ap».
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Per Forza Italia invece il ddl avalla «l'intossicazione dei giovani per via ordinamentale»: «la nostra contrarietà può dirsi di cautela, una precauzione indirizzata verso le nuove generazioni» ha affermato il deputato di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto. Voto contrario anche da parte di Fratelli d'Italia. Per il leader Giorgia Meloni «i contorni della norma sono così poco chiari che si rischia, in sostanza, una legalizzazione mascherata di questa sostanza per uso ricreativo».

La Lega invece esulta per la mancata legalizzazione della cannabis per uso ricreativo, «un termine, questo, politicamente corretto che rispecchia appieno il subdolo modo di agire delle maggioranze che hanno guidato il Paese dal 2013 ad oggi e che ha l'unico scopo di far passare l'idea presso l'opinione pubblica che fumare uno spinello non fa male» ha affermato il deputato leghista Marco Rondini, vicepresidente della commissione affari sociali.

COSA PREVEDE LA LEGGE

La legge fissa i criteri uniformi per l'utilizzo della cannabis terapeutica sul territorio nazionale. Garantisce ai pazienti equità d’accesso, promuove la ricerca scientifica sui possibili impieghi medici, e sostiene lo sviluppo di tecniche di produzione e trasformazione per semplificare l’assunzione terapeutica della cannabis.

Ogni medico potrà prescrivere medicinali di origine vegetale a base di cannabis per la terapia del dolore e altri impieghi. Il trattamento non potrà superare i tre mesi e nella ricetta dovrà essere specificato dosaggio, posologia e modalità di assunzione. I farmaci per la terapia del dolore a base di cannabis autorizzati dal ministero della Salute saranno a carico del Servizio sanitario nazionale. Se prescritti per altri impieghi restano al di fuori del regime di rimborsabilità.

Il compito di monitorare le prescrizioni spetta a Regioni e province autonome. Queste dovranno fornire  all’Istituto superiore di sanità un report annuale con i dati aggregati per patologia, età e sesso dei pazienti sotto terapia di cannabis. Inoltre dovranno comunicare all’Organismo statale per la cannabis il fabbisogno necessario per l’anno successivo.

La coltivazione, preparazione e distribuzione alle farmacie, sarà a carico dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Può essere autorizzata l’importazione e la coltivazione presso altri enti, ma solo se necessario. Per queste attività è previsto uno stanziamento di 1 milione e 700mila euro.  

Il ddl prevede anche campagne di informazione sulla terapia del dolore, aggiornamenti periodici per medici e personale sanitario impegnato nella terapia del dolore, e le promozione della ricerca sull’uso appropriato dei medicinali a base di cannabis.