Il sito è incoraggiante, fin da subito si mette in chiaro che l’obiettivo del governatore, Phil Bryant è «accertarmi che ogni abitante del Mississippi possa trovare lavoro». All’atto pratico, per accedere al servizio, è necessario compilare un format fornendo i propri dati personali: nome, cognome, età, indirizzo, email, numero di telefono, sesso, etnia, istruzione, salario attuale, carriera professionale, lettere di raccomandazione, documenti di vario genere.
Restiamo perplessi rispetto alla richiesta etnica, mentre non c’è alcuna domanda relativa ?alla conoscenza dell’inglese o di altre lingue.
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Il profilo della persona inserita è quello di una donna, di trentacinque anni, ?di origine italiana, con un permanent resident visa (un visto ?di soggiorno stabile) per gli Stati Uniti, di etnia bianca, attualmente occupata in un’azienda di comunicazione, con una laurea in Filosofia e un dottorato in materie umanistiche, dieci anni di carriera alle spalle nel settore dell’editoria, che sta cercando un lavoro a tempo pieno in Mississippi e desidera una paga di 30 mila dollari lordi annui (circa 26 mila euro l’anno).
Nell’arco di una settimana riceviamo una sola offerta di lavoro. Si tratta di un lavoro a tempo pieno come cappellano alla Corrections Corporation of America, l’azienda che gestisce le carceri americane, che offre: «Più di un semplice lavoro, bensì l’inizio di una carriera di successo, pacchetto benefit completo, salari competitivi, vacanze retribuite». Il lavoro è il seguente: «Il cappellano coordina i servizi religiosi e svolge attività pastorale. Fornisce consulenza individuale, assiste i detenuti in crisi, effettua visite pastorali ai nuovi detenuti».
È richiesta una laurea, preferibilmente in Teologia, e sono necessari tre anni di esperienza pastorale a tempo pieno. È inoltre richiesta l’idoneità per l’approvazione confessionale o la certificazione equivalente. Bisogna parlare sia l’inglese, sia lo spagnolo. Peccato che il profilo inserito non abbia nessuna di queste caratteristiche