Nella capitale tedesca si inaspriscono le misure contro il contagio. Eppure, nonostante quello che sta accadendo in Italia, non tutti credono siano necessarie. La lettera di connazionale che vive in Germania

Domenica, 22 Marzo 2020, Kreuzberg-Berlino. Ieri nella tarda mattinata sono andato a portare indietro una sega circolare da Bauhaus - un negozio di bricolage - nella Hermannplatz.

Camminando ho osservato che ci sono meno persone sui marciapiedi e che cercano di mantenere più distanza tra loro. Le parole di Merkel e dell'istituto Robert Koch Institut hanno sensibilizzato le persone. Quando sono arrivato a Südstern ho visto molte persone al mercato all'aperto dove si possono comprare sopratutto prodotti regionali.

Questo mercato è la mia fonte di verdure e frutta, sarebbe un peccato se lo chiudessero. Riprendo ad andare avanti e ogni tanto vedo negozi con cartelli che informano i clienti che staranno chiusi per l'emergenza sanitaria.

Arrivato a Bauhaus vedo una fila di trenta persone distanti circa un metro e mezzo tra loro. Da pochi giorni possono entrare solo una quantità di persone alla volta. Approfitto per fare chiamate con il cellulare, intanto dietro a me un signore non rispettava le distanze di sicurezza. Gli ho indicato il cartello informativo che spiega come ci si deve comportare. "È tutta una cavolata!" risponde.

La testimonianza
"Io, italiana in Cina, ho vissuto la quarantena. E vi racconto la gioia del ritorno alla normalità"
16/3/2020
Questa reazione non è la prima volta che la sento. Dopo quasi trenta minuti riesco ad entrare e a cambiare il prodotto acquistato. Ritornando a casa sono passato vicino ad un cantiere e ho visto che era operativo anche di sabato. Essendo geometra sono spesso in giro nei cantieri di Berlino e al momento non ci sono state ancora restrizioni in questo settore.

Ora mi sono attrezzato per poter disegnare al computer da casa. Questa è una bella occasione per rendere più flessibile l'orario lavorativo e il luogo dove si opera. Verso sera leggo le notizie pubblicate dal sindaco Müller, gli hotel non possono più ricevere turisti e i ristoranti possono solo preparare piatti da asporto.
Jonas Brambati

Essendo la Germania una federazione di stati ogni stato-regionale decide autonomamente, per restare aggiornati bisogna guardare i decreti regionali. In questa situazione di emergenza il parlamento nazionale vuole settimana prossima cercare di prendere più potere decisionale sulle regioni.

La lettera
"Io italiana in Norvegia. Dove i giovani non hanno capito il pericolo coronavirus"
20/3/2020
Prima di andare a letto mi ascolto il podcast del virologo Christian Drosten dell'istituto di virologia della Charitè di Berlino. Dal lunedì fino al venerdì pubblica in collaborazione con Ndr (radiotelevisione del nord della Germania) un podcast sulla situazione del virus. Per molte persone è diventato un punto di riferimento per tenersi aggiornati su questa tematica.

Lettera da Jonas Brambati, nato a Bologna, geometra. In passato ha lavorato alla ricostruzione dell'Aquila. Oggi vive a Berlino.