Il leader della Lega giù ovunque: tranne che in Veneto, che però è di Zaia. Italia Viva sotto i piedi. M5S ininfluente. Ma il 3 a 3 di oggi, apparentemente tranquillizzante, crea le premesse per le schegge impazzite che, da domani, faranno saltare gli equilibri esistenti

Occhio ai due Mattei. E occhio ai grillini, a partire da Alessandro Di Battista. Sconfitti col voto di oggi, da domani lavoreranno per far saltare il sistema che adesso pare rinforzato, puntellato dal tranquillizzante 3 a 3 uscito dalle urne (al centrosinistra Toscana, Puglia, Campania, al centrodestra Veneto, Liguria e la new entry delle Marche), così come dalla vittoria del sì al referendum cui Luigi Di Maio si aggrappa come alla dimostrazione che M5S può esultare, in fondo. Strana la vita: la vittoria dello status quo che si registra col voto di questo 20 e 21 settembre, infatti, a guardarla più da vicino sembra quanto mai provvisoria.

Quello che oggi si rinsalda, infatti, da domani ricomincerà a traballare. A partire dalla testa: Giuseppe Conte era l'anno scorso l'unico possibile garante dell'accordo Pd-M5S, mentre come vedremo le urne hanno sancito che quell'equilibrio è ormai superabile, superato nei fatti. E fino al Parlamento, dove la maggioranza continua a reggersi su pochi voti, mentre nel paese i Cinque stelle scivolano sempre più giù nelle percentuali: creando un paradosso che diventerà davvero difficile da reggere quando queste Camere si appresteranno ad eleggere il prossimo presidente della Repubblica, manovre che cominceranno ben prima dell'inizio del semestre bianco (agosto 2021), anzi sono già cominciate. Tranquillizzante all'apparenza, questo voto crea punti deboli e costruisce una serie di schegge impazzite che sono pronte, da domani, a rimbalzare nel quadro politico e far saltare gli equilibri esistenti.
Editoriale
Elezioni, Nicola Zingaretti il Vincitore rende Giuseppe Conte il Sostituibile
21/9/2020

Visibilissima, anzitutto, la sconfitta dei due Mattei. Il leader della Lega, Matteo Salvini ha perso in Toscana l'ennesimo tentativo di conquistare una regione rossa (alle Marche, infatti, ha pensato Fratelli D'Italia): la tanto celebrata Susanna Ceccardi è rimasta almeno sei punti indietro a Eugenio Giani, per quella che si è rivelata una riedizione (in peggio) della sconfitta già patita a gennaio in Emilia Romagna, quando Lucia Borgonzoni era stata superata dal dem e governatore uscente Stefano Bonaccini.

Elezioni
Regionali, Susanna Ceccardi perde anche a casa sua
22/9/2020
Una debacle su tutta la linea: il leader leghista non può contare infatti su alcun presidente di regione. Se la Toscana è perduta, infatti, anche nel vittorioso Veneto la situazione è da piangere. Luca Zaia è stato riconfermato con circa il 75 per cento dei consensi (parliamo ancora di proiezioni, non di risultati definitivi): ma, significativamente, la sua lista vola oltre il 40 per cento, mentre quella del Carroccio è inchiodata al 15 per cento (solo 3 punti sopra al Pd). Si configura quindi più un feudo personale, che non partitico: modello De Luca.

E anche in Puglia il crollo di Savini è verticale: dal 25 al 10 per cento circa i consensi della lista, sempre secondo dati non definitivi. Mai così lontano dai «sette a zero» e dai «quando sarò premier» fino a ieri sventolati, tuttavia il leader del Carroccio ha ancora molto da battagliare: complice anche il buon risultato di Fdi, continuerà a puntare sul fatto che gli equilibri nel Paese sono molto diversi da quelli che riflette il Parlamento, e sul fatto che il centrodestra (anche se non più la Lega da sola) resta comunque maggioritario. «Quindici regioni su venti», ha infatti subito sottolineato.

Perde però anche l'altro Matteo, Renzi. Il 3,7 per cento che Italia viva ha conquistato (secondo le proiezioni) in Toscana, là dove il Pd ha ottenuto il 34 per cento, è la dimostrazione forse più forte del grado di debolezza raggiunto dall'ex premier. A urne da poco chiuse, il fu-Rottamatore si azzarda giusto a fare un post in cui parla della mancata rivincita del Papeete. «Decisivi in Toscana per la vittoria di Eugenio Giani: anche stavolta Salvini lo abbiamo fermato noi», azzarda intanto Luciano Nobili, deputato. Piuttosto isolato. Italia viva registra percentuali che vanno tra il 2,5 (Liguria) e il 4,5 per cento (Campania). Male anche i candidati governatori: Ivan Scalfarotto al 2 per cento in Puglia, Aristide Massardo al 2,8 per cento in Liguria, Daniela Sbrollini sotto l'1 per cento in Veneto. Ma se è difficile sostenere che il renzismo sia in qualche modo decisivo nel Paese, di certo continua ad esserlo in Parlamento, e segnatamente al Senato, dove senza Italia viva la maggioranza non c'è. Come, senza dubbio, Renzi non mancherà di dimostrare, alla prima occasione utile.

Elezioni
Iacopo Melio vince la sua battaglia: eletto consigliere regionale in Toscana
22/9/2020
Quanto al Movimento cinque stelle, la sconfitta è in qualche modo a tenaglia. Perde di certo Alessandro Di Battista. L'irregolare grillino che movimenta il partito di Luigi Di Maio da fuori il Parlamento, si era speso negli ultimi giorni contro il voto disgiunto e, in Puglia era sceso in piazza a favore della candidata M5S in Puglia Antonella Laricchia, beccandosi gli insulti di Marco Travaglio, direttore del Fatto e fan dell'alleanza con il Pd. Risultato, nessuno: Laricchia è rimasta inchiodata al 10 per cento e non è stata decisiva per il risultato finale, avendo vinto il governatore uscente Michele Emiliano con un buono stacco sul fratello d'Italia Raffaele Fitto.

Ma, va detto, ininfluente è l'intero M5S. In tutte le regioni in cui si vota il Movimento retto da Vito Crimi rimane su soglie modeste, lontano anni luce da quelle del 2018 e 2019, che non vanno oltre il 10-11 per cento: numeri da Udc, da partito di Mario Monti, da rassemblement di centro. Ed è vero che il Movimento, storicamente, non ha mai voluto misurarsi coi territori. Eppure la scelta di non allearsi con il Pd si è, in questo caso, rivelata un boomerang: perché il partito di Zingaretti ha vinto lo stesso laddove ha corso da solo, perdendo invece (risultato abbastanza scontato) nell'unica regione in cui era alleato coi grillini, la Liguria in cui correva con Ferruccio Sansa, il giornalista del Fatto.

Poteri
Finite le elezioni, ricomincia la spartizione delle poltrone: ecco i dossier infuocati
22/9/2020
L'insoddisfazione ha già cominciato a farsi sentire, da domani rimbalzerà dentro e fuori il Parlamento, in attesa forse dei sospiratissimi Stati Generali, ancora non fissati. «La polarizzazione creata ad arte in diversi territori ha sicuramente reso più difficile il percorso dei nostri candidati. Il risultato è stato inferiore rispetto alle precedenti elezioni regionali. L'esito di oggi, comunque, non mi induce allo scoraggiamento», scrive il reggente Vito Crimi in un post sul blog dei Cinque stelle. Purissimo linguaggio da prima Repubblica, chi l'avrebbe mai detto.