Insieme al porporato dovranno andare a processo altre 8 persone per la vicenda degli investimenti della Segreteria di Stato usati per la compravendita del palazzo di Sloane Avenue a Londra. Speculazioni che hanno portato a 400 milioni di perdite

Questa mattina, il Presidente del Tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone, ha disposto la citazione a giudizio degli imputati nell’ambito della vicenda legata agli investimenti della Segreteria di Stato a Londra, in particolare sulla compravendita del palazzo di Sloane Avenue decidendo di rimandare a giudizio per i reati di peculato, abuso d’ufficio in concorso e subordinazione il cardinale Angelo Becciu.


Nelle cinquecento pagine che accompagnano la citazione a giudizio presentata nei giorni scorsi dall’Ufficio del Promotore di Giustizia composto da Gian Piero Milano, Alessandro Diddi e Gianluca Perone, gli inquirenti hanno ricostruito la ragnatela di relazioni, affari, investimenti che hanno portato la Santa Sede a perdere circa 400 milioni di euro.

 

Editoriale
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3/7/2021

Tra i rinviati a giudizio compaiono tutti i protagonisti della vicenda da René Brülhart, già presidente dell’Autorità Finanziaria Vaticana, al quale l’accusa contesta il reato di abuso d’ufficio, Monsignor Mauro Carlino, membro della segreteria di Becciu, al quale si contestano i reati di estorsione e abuso d’ufficio, Enrico Crasso (con le sue tre società Sogenel,Prestige e HP Finance) accusato di peculato, corruzione, estorsione, riciclaggio ed autoriciclaggio, truffa, abuso d’ufficio, falso materiale di atto pubblico commesso dal privato e falso in scrittura privata, Tommaso Di Ruzza, già direttore dell’Autorità finanziaria vaticana che aveva il compito specifico di sorvegliare sulle materie di riciclaggio, Cecilia Marogna (con la sua società Logsic Humanitarne Dejavnosti, D.O.O), la presunta esperta di intelligence a cui il cardinale Becciu, secondo l’accusa ha fatto planare risorse per non meglio specificate attività di intelligence accusata di peculato, Raffaele Mincione, finanziere di Pomezia, accusato di peculato, truffa, abuso d’ufficio, appropriazione indebita e autoriciclaggio e Gianluigi Torzi, già arrestato dalla Gendarmerie Vaticana e su cui pende un mandato di cattura internazionale, accusato dai Promotori di giustizia dei reati di estorsione, peculato, truffa, appropriazione indebita, riciclaggio ed autoriciclaggio.

 

Dovrà affrontare il processo anche Fabrizio Tirabassi, membro della segreteria di Angelo Becciu, che da semplice impiegato ha accumulato per gli uffici paralleli messi su dal “sistema di drenaggio dei denari” un giro di denaro enorme, anche lui è accusato di corruzione, estorsione, peculato, truffa e abuso d’ufficio. Anche l’avvocato milanese Nicola Squillace va a processo per i reati di truffa, appropriazione indebita, riciclaggio ed autoriciclaggio.

 

Rimangono fuori dal processo, per aver collaborato con le autorità, altri due personaggi centrali nella storia dell’acquisizione del Palazzo di Sloane Avenue, Monsignor Alberto Perlasca (membro della segreteria di Becciu) e Giuseppe Milanese, della cooperativa OSA. Entrambi in misura diversa e con diversi gradi di protagonismo, hanno fornito elementi centrali alla ricostruzione dei giri di affari e di corruttela che gravitano nell’ufficio degli Affari Generali guidato dal presule sardo.


L’inchiesta che con questo atto si chiude è senza dubbio la più difficile della storia della Santa Sede, un lavoro investigativo portato avanti in modo accurato dalla sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo della Gendarmeria Vaticana e con la collaborazione della Procura di Roma ed il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – G.I.C.E.F. della Guardia di Finanza di Roma e che ha visto una quantità enorme di richieste rogatoriali dagli Emirati Arabi, passando per la Gran Bretagna, la Svizzera, Jersey, Lussemburgo, Slovenia, che come abbiamo raccontato in precedenza ha permesso di fare piena luce sul giro di affari milionari che la Segreteria di Stato ai tempi di Angelo Becciu aveva messo in piedi, un sistema affaristico non più compatibile con la volontà di una Chiesa trasparente, etica e risanata nelle finanze voluta da Papa Francesco che si è premurato lunedì scorso di incontrare di persona il Cardinale Becciu per informarlo del suo rinvio a giudizio.


Il processo inizierà il 27 luglio per poi riprendere dopo la pausa estiva di agosto e si ha l’impressione, vedendo la mole delle accuse, che le sorprese saranno molte.