La mobilitazione contro il caro affitti va avanti dallo scorso maggio. Stanchi delle promesse a vuoto gli studenti hanno piantato le tende a Montecitorio: «Vogliamo un futuro in questo Paese. Non vorremmo andarcene»

Sono arrivati all’improvviso e senza fare troppo rumore. Hanno aperto aperto le tende e ci si sono infilati dentro. Così gli studenti, universitari e delle scuole superiori, nella mattina di martedì 17 ottobre hanno portato la protesta contro il caro-affitti fino a piazza Monte Citorio a Roma. Stanchi di rimanere inascoltati. Stanchi di ricevere come risposta solo promesse vuote, pronunciate per fiaccare una protesta che invece va avanti dallo scorso maggio, quando l’universitaria Ilaria Lamera aveva piantato la prima tenda davanti al Politecnico di Milano. Per protestare contro i costi degli affitti che impediscono agli studenti (e non solo) di trovare un alloggio nella città in cui frequentano l’università. 

 

Il caso
Perché la protesta delle tende va presa sul serio
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La mobilitazione in pochi giorni si era diffusa in tutta Italia. E le tende sono state piantate davanti ai maggiori atenei del Paese a maggio 2023. E poi, di nuovo, a settembre, in concomitanza con la ripresa delle lezioni: «Perché la situazione è la stessa dell’anno scorso. Se non peggiore. I costi per le stanze continuano ad essere altissimi. I posti letto introvabili», aveva spiegato Mattia Santarelli, vice-coordinatore di Sinistra Universitaria dalla sua tenda davanti all’università Sapienza di Roma. 

 

diritto allo studio
Università, tornano le tende degli studenti: «Affitti restano insostenibili. Dal Governo solo parole al vento»
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«Siamo stanchi di dormire da settimane nelle università, di chiedere ascolto a un governo che non è interessato a parlare con noi. Che non è interessato ai giovani di questo Paese. Abbiamo riempito il ministero di libri, abbiamo dormito per settimane in tenda chiedendo solo una cosa: che il diritto allo studio diventasse priorità per l’Italia. Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta», spiega Camilla Piredda coordinatrice nazionale dell’Unione degli universitari: «Oggi frequentare l’università costa almeno 12 mila euro l’anno. Non ce lo possiamo permettere. Non è un prezzo che possiamo permetterci per un’università che dovrebbe essere pubblica, per un’istruzione che dovrebbe essere garantita dalla Costituzione. Siamo stanchi di dover fuggire dall’Italia per poterci costruire un futuro. Perché niente ci convince a rimanere qui. Abbiamo montato le tende anche davanti a Montecitorio per ricordare che noi non ce ne andremo finché non riceveremo ascolto. Finché il governo non si deciderà finalmente a parlare con noi».

 

Gli studenti in Tenda davanti a Montecitorio

 

Per gli studenti dell’Udu non si può più aspettare. L’istruzione non può ancora una volta essere messa ai margini dell’agenda politica: serve investire almeno il 5 per cento del Pil, dicono. Per tutelare il diritto allo studio che fatica ad essere garantito a tutti proprio a causa del costo molto atto dei posti letto nella maggior parte delle città italiane che - non solo agli studenti ma anche ai lavoratori fuorisede - impedisce di trovare un alloggio dignitoso. E a questa emergenza si aggiunge l’aumento dei prezzi anche del materiale necessario per andare a scuola. A supportare, infatti, gli universitari, in tenda davanti a Montecitorio sono arrivati anche gli studenti medi: «Quest’anno il costo dell’istruzione per un alunno al primo anno di scuola superiore ha superato i 2 mila euro. Tra libri, trasporti e corredo scolastico. È una situazione inaccettabile. Il diritto allo studio non viene garantito. Siamo qui per farci ascoltare. E finche non otterremo quello che vogliamo continueremo a far sentire la nostra voce».