Identità negate
Fdi tempesta di mail le scuole: "La carriera alias per le persone trans porta a un contagio sociale". Ma esiste da 20 anni
La mozione in discussione il 12 settembre fa una lista di proscrizione contro le scuole e invita a un intervento del ministro Valditara. Il consigliere Paladini: "Un delirio"
Nel pensare di “fare cosa gradita” il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Pietro Macconi, ex An, ha inviato decine di mail agli istituti scolastici della Lombardia per avvisarli sul pericolo di una “Innaturale ideologia volta alla fluidità di genere” che colpirebbe gli studenti. L'iniziativa singolare di un consigliere che mette in guardia docenti e dirigenti scolastici è stata liquidata con gentile sintesi dal consigliere regionale e fondatore dei Sentinelli Luca Paladini: «Un delirio».
Il pericolo che agita la pattuglia di Fratelli d’Italia, così tanto che il 12 settembre presenteranno una mozione regionale, porta il nome di “Carriera Alias”, cioè uno strumento che esiste dal 2003, inquadrato come un profilo burocratico, alternativo e temporaneo. In sintesi: gli studenti transgender che hanno già iniziato il proprio percorso di transizione burocratico (e di fatto sociale, nei rapporti umani con famiglia e conoscenti), ma non sono ancora arrivati ad avere la propria identità confermata dai documenti (come previsto dalla legge 164 del 1982), possono chiedere di essere indicati con il nome scelto su registri e libretti dei voti. Il profilo viene attivato, nel caso di minori, di comune accordo con la famiglia, nel pieno rispetto dei principi che regolano il rapporto tra famiglie e istituti scolastici. Quindi un nome scelto sostituisce, ad esempio sul libretto elettronico, il nome anagrafico, quello scritto nei documenti ufficiali e dato alla nascita in base al sesso biologico.
La mozione firmata al consigliere di Fdi Giacomo Zamperini è stata sottoscritta da altri venti colleghi di maggioranza e chiede di contattare l’Ufficio scolastico regionale affinché “sia inviata una circolare nella quale si rammenti la necessità di rispettare la normativa vigente in tale materia”, informando poi il governo “degli esiti delle ricognizioni di cui sopra”. Nel riportare tutti gli istituti che hanno attivato la carriera, la mozione somiglia a qualcosa come una sorta di lista di proscrizione e richiama a due violazioni normative:
Ma la mozione non si ferma qui e collega la questione dell’incongruenza di genere a un presunto "contagio sociale" "dovuto in gran parte alle influenze che i giovani subiscono in società, sia da amici, da internet, le reti sociali e gli altri media”. In realtà la questione dell’identità di genere è riconosciuta dalla comunità scientifica da più di cinquant’anni. Indica la percezione di sé stessi come appartenenti al genere maschile, femminile o “altro” (oggi definito genere non-binario). Nella maggior parte degli individui è allineata al sesso assegnato alla nascita. Può succedere che, per un insieme complesso di fattori (biologici, psicologici e sociali), il genere percepito non corrisponda al sesso biologico. Nulla di strano: considerata un tempo una patologia, oggi è riconosciuta come variante identitaria. Disporre di una carriera alias significa presentarsi di fronte ai professori in modo tale da essere chiamati con le giuste desinenze e con i giusti pronomi. La necessità si presenta a causa dei percorsi di transizione istituzionali, quelli che permettono la rettifica dei dati anagrafici e dei documenti. Sono percorsi che possono durare diversi anni.
Il contrasto a questa protocollo che esiste da 20 anni per Fratelli d’Italia è una priorità tanto che aprirà i lavori del Pirellone dopo la chiusura estiva. Per Luca Paladini: «Una mozione transfobica senza precedenti e un attacco all'autonomia scolastica, che contrasteremo con tutte le nostre forze». L’11 settembre, alle 18, è prevista davanti al Palazzo della Regione un presidio di associazioni e gruppi studenteschi proprio per protestare contro la mozione. Tra queste il Coordinamento Carriere Alias, che riunisce le associazioni che sostengono il profilo per studenti transgender specificano: «Con l’adozione della carriera alias il tasso di suicidi e di abbandono scolastico dellɜ studentɜ trasgender calano drasticamente, per cui abolirla provocherebbe l’effetto opposto. Essere transgender non è una malattia, come confermato dall’Istituto Superiore di Sanità, ma è una varianza naturale; non è una scelta ma un modo di essere, e soprattutto non si ‘diventa’ transgender per imitazione o incoraggiamento, come la mozione lascia falsamente intendere» e aggiungono: «L’impreparazione dei firmatari della mozione li ha portati a citare uno studio del 2016 della dottoressa Jiska Ristori, incluso nella mozione a proposito dei danni che la carriera alias avrebbe sul benessere degli adolescenti: la studiosa li ha diffidati dall’usare la citazione, usata “fuori contesto e in modo strumentale per sostenere tesi opposte da quelle ivi contenute” e conclude che la carriera alias è “un importante strumento di supporto al buon funzionamento psicologico di giovani persone transgender».