Azzerato il fondo da 25 milioni di euro che è servito a supportare chi combatte contro anoressia, bulimia e binge eating. L'allarme delle associazioni: «Siamo disperati»

«È una questione che voglio approfondire. Vorrei capire se questa voce non esiste più perché è stata inglobata in altri elementi o se deve essere rifinanziata». A parlare è Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani. Il Fondo per il contrasto dei disturbi alimentari è scomparso e neanche lui ha idea di che fine abbia fatto. E dire che Giorgia Meloni lo aveva promesso in campagna elettorale: «combatterò le devianze giovanili» facendo riferimento anche a obesità, anoressia e bulimia, una gaffe considerando che i disturbi del comportamento alimentare (Dca) non sono devianze ma patologie che causano la morte di più di 4 mila persone all’anno. 

 

Un problema che coinvolge soprattutto gli under 25 eppure ignorato dal governo che con la legge di bilancio ha deciso di non rifinanziare il piccolo fondo che negli ultimi due anni ha potuto contare su 25 milioni di euro che servivano agli enti, alle associazioni e alle famiglie per costruire una progettualità inclusiva in tutte le regioni d’Italia. «Purtroppo di anoressia, bulimia, binge eating e di tutte le sfumature meno conosciute di Dca si muore. E non perché siano malattie incurabili, ma perché non ci si può curare subito e bene», spiega Marco Furfaro, capogruppo in commissione Affari sociali e componente della segreteria del Partito Democratico. «Servirebbero risorse, il governo le taglia. E non solo hanno tagliato le poche risorse indispensabili per fronteggiare questo dramma, ma il governo si ostina a non voler riconoscere queste patologie autonomamente nei Lea per garantire prestazioni sanitarie e sociosanitarie adeguate ai singoli casi. Il governo premia gli evasori e fa cassa sulla pelle di persone che hanno delle patologie, una roba inquietante». 

 

Promettono «L'istituzione del fondo strutturale, il cui disegno di legge è stato già da noi depositato», Maurizio Lupi, capogruppo alla Camera di Noi Moderati e Martina Semenzato, deputata di Coraggio Italia e del Gruppo parlamentare di Noi Moderati. Ma esperti e associazioni temono che i i servizi finanziati fino al 31 ottobre (l'assunzione di 780 professionisti del settore, la costruzione del livello base dell’assistenza in tutta Italia, l'avvio di programma di prevenzione e di cura) conosceranno uno stop.

 

«Siamo disperati, come è possibile che non si sia riusciti a dare continuità?», chiede Giuseppe Rauso, presidente di Consult@noi per i Disturbi del comportamento alimentare (Dca). «Non sappiamo come dirlo alle famiglie. Qui si parla della seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali. Speriamo che qualche decreto legge possa restituirci la speranza». Rauso, insieme a Maddalena Patrizia Cappelletto, presidente del  Coordinamento Nazionale Disturbi Alimentari che raggruppa 37 associazioni di quasi tutte le Regioni italiane, hanno inviato una lettera al ministro della salute Orazio Schillaci: «Non aver rifinanziato il Fondo rappresenta per i Servizi che ne hanno beneficiato vuol dire interrompere un lavoro iniziato, che non potrà essere continuato nel tempo; significa per migliaia di famiglie perdere la fiducia e la speranza che i propri figli possano accedere a cure adeguate».