La proposta Usa per il cessate il fuoco a Gaza. Giorgia Meloni a Bruxelles e la linea italiana sull'Ucraina. La commissione su Bari piomba sul voto e Decaro attacco il governo. I fatti da conoscere

Polemiche in Canada per una caricatura di Netanyahu: «È antisemita»
Polemiche in Canada per la pubblicazione di una caricatura del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, raffigurato come un vampiro. Il quotidiano online La Presse, in Quebec, è stato costretto a scusarsi e a rimuovere l'immagine, poche ore dopo la sua pubblicazione, denunciata come antisemita. "L'immagine voleva essere una critica alle politiche di Netanyahu. Era rivolta al governo israeliano, non al popolo ebraico", ha detto Stephanie Grammond, editorialista principale del giornale, in un post di scuse. «È stato un peccato rappresentare il Primo Ministro come il vampiro Nosferatu, poiché questo personaggio cinematografico è stato ripreso dalla propaganda nazista, come ci hanno fatto notare i lettori dopo la pubblicazione», ha aggiunto.

Nella caricatura intitolata "Nosfenyahu, sulla strada per Rafah", Netanyahu è raffigurato con le orecchie a punta, artigli al posto delle mani e in piedi con un lungo cappotto. «I contenuti e le allusioni antisemite sono ancora inaccettabili -, ha affermato il primo ministro canadese Justin Trudeau - Sono felice che ci siano state delle scuse e che sia stato rimosso, ma non avrebbe mai dovuto essere pubblicato», ha continuato il premier. Anche diversi ministri hanno denunciato un "cliché antisemita", così come ha fatto il leader dell'opposizione, il conservatore Pierre Poilievre. Su X, l'ambasciata israeliana in Canada ha stimato che "l'antisemitismo sta raggiungendo livelli senza precedenti" nel Paese. 

 

La proposta Usa all'Onu: "Cessate il fuoco in cambio degli ostaggi"
Gli Stati Uniti hanno presentato ieri ai membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu un progetto di risoluzione che chiede un "cessate il fuoco immediato legato al rilascio degli ostaggi" a Gaza, ha detto il segretario di Stato Antony Blinken, atteso oggi in Egitto per portare avanti i colloqui per una tregua tra Israele e Hamas. «Abbiamo presentato una risoluzione ora all'esame del Consiglio di Sicurezza che chiede un cessate il fuoco immediato legato al rilascio degli ostaggi e speriamo vivamente che i paesi la sostengano», ha detto Blinken al media saudita Al Hadath, a margine di una visita al regno dedicata al conflitto di Gaza. Una simile risoluzione invierebbe un "segnale forte", ha aggiunto Blinken che ha sottolineato, durante un incontro con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, l'"impegno" americano per una soluzione "duratura" della crisi e per la creazione di un "futuro Stato palestinese" che offra garanzie di sicurezza a Israele.

 

Oggi Meloni a Bruxelles. Blindata la linea sull'Ucraina 
Ucraina, crisi in Medio Oriente, ma anche agricoltura, oltre a un punto su allargamento, riforme e migranti. Sono questi i temi al centro del Consiglio europeo che si tiene oggi e venerdì a Bruxelles. Per quanto riguarda l'Ucraina, sottolinea il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la priorità è da un lato "la rapida fornitura di aiuti militari", dall'altro "l'implementazione e l'applicazione efficace delle nostre sanzioni". Giorgia Meloni ieri alla Camera, replicando alle opposizioni, ha respinto "la tesi per la quale la posizione del governo italiano non sia chiara" e per la maggioranza - compresa la Lega - "parlano le decisioni e i voti". La premier ha ribadito che "è la Russia a non volere la pace" e sostenere Kiev "è esattamente propedeutico a una pace". Sul Medio Oriente, lo scorso Consiglio si era chiuso senza una dichiarazione comune dei 27. "Ci sono state molte divergenze, l'impegno italiano è di riuscirci in questa riunione, fare in modo che il Consiglio possa terminare con una posizione chiara su questa materia", ha spiegato. Michel inviterà i leader a impegnare ancora di più l'Ue "a favore di una soluzione giusta e globale tra israeliani e palestinesi, in cui lo Stato di Israele e uno Stato di Palestina democratico, sovrano e vitale vivano fianco a fianco in pace, sicurezza e riconoscimento reciproco". Una soluzione, quella dei due popoli e due Stati, portata avanti anche da Meloni, secondo cui è necessario fare fin da ora passi "concreti" per andare in quella direzione. Oltre ai temi di geopolitica, un dossier rilevante sarà quello dell'agricoltura. "I nostri agricoltori europei - sottolinea il presidente del Consiglio europeo - hanno espresso le loro preoccupazioni in modo forte e chiaro" e l'obiettivo è compiere "progressi senza indugio, in particolare per quanto riguarda la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare e la concorrenza leale, sia nel mercato interno che a livello globale".

 

La commissione su Bari piomba sul voto. Verdetto a giugno
Non trattiene le lacrime e usa parole dure Antonio Decaro: nella conferenza stampa convocata all'indomani della nomina di una commissione ministeriale per la verifica di infiltrazioni criminali e l'eventuale scioglimento del Consiglio comunale di Bari, il sindaco parla di "un atto di guerra" che richiede "una legittima difesa" della "città che da tempo "combatte la mafia a testa alta". Mancano solo tre mesi al voto per il rinnovo dell'amministrazione comunale e Decaro ritiene che questa sia una mossa del centrodestra per "inquinare la campagna elettorale e fare annullare la partita. A Bari perdono da 20 anni - dice- e alcuni di loro, come Savastano in Gomorra, dicono 'andiamo a riprenderci la città'. Ma la città è dei baresi, non è di nessuno".

La decisione di inviare la commissione è stata presa dal Viminale, su impulso dei parlamentari di centrodestra, dopo gli arresti del 26 febbraio scorso, epilogo dell'inchiesta Codice interno che ha disvelato un presunto sistema di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali del 2019. Per infiltrazioni mafiose anche l'azienda municipalizzata del trasporto urbano, l'Amtab, è stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria per un anno. Ed inoltre il Viminale invierà un'ispezione in Prefettura a Bari in seguito al caso, emerso in un'inchiesta, della funzionaria che si rivolse ad un indagato vicino al clan per riavere l'auto che le era stata rubata.

Tra le 130 persone finite in carcere e ai domiciliari ci sono anche Carmen Lorusso, consigliera eletta con il centrodestra e poi passata nella maggioranza di Decaro; e suo marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. "Questo governo - ha replicato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi - ha dichiarato guerra alle mafie e non certo agli amministratori locali. Capisco l'amarezza del sindaco di Bari" ma "il nostro governo da quando si è insediato ha già sciolto 15 Comuni in prevalenza di centrodestra". Decaro, che la scorsa settimana a quanto si apprende ha avuto un incontro con Piantedosi per parlare della vicenda, ha comunque offerto "piena collaborazione" ai commissari la cui relazione, che potrebbe anche contenere l'ipotesi di scioglimento del comune, dovrebbe arrivare dieci giorni dopo il primo turno delle elezioni che si terranno l'8 e il 9 giugno, e quindi nel pieno della campagna elettorale per un eventuale ballottaggio. Piena solidarietà al sindaco è stata espressa da alcuni sindaci ed esponenti del centrosinistra. Per la leader del Pd, Elly Schlein, quella del Viminale è "una scelta che sembra molto politica. Non si era mai visto ed è molto grave". "Il Pd - ha detto anche la segretaria in serata da Bruxelles - è e sarà sempre impegnato nella lotta contro le mafie e non ha niente a che fare con il grave atto fatto ieri dal ministro Piantedosi". Nessun commento ufficiale, invece, da parte del M5s, dove però alcuni autorevoli esponenti esprimono "forte preoccupazione per quanto accaduto in questi giorni e nelle scorse settimane per la serie di arresti avvenuti a febbraio". Ribadito che la legalità è "valore fondante della nostra azione politica e come presupposto per la costruzione di qualunque progetto politico", dal M5s si invitano però i partiti della maggioranza a non "usare strumentalmente questa vicenda e farne una clava di attacco politico". Dal centrodestra, è il ragionamento ai vertici del M5s, "non accettiamo lezioni di etica e legalità". Il centrodestra, invece, difende la scelta del ministro. Forza Italia invita Decaro ad "apprezzare" l'intervento della commissione "se non ha nulla da temere". Mentre il sottosegretario alla Giustizia Delmastro definisce le parole di Decaro "sconcertanti".

 

Colpo di scena in Basilicata, Chiorazzo va con Marrese
Un nuovo colpo di scena nella corsa alle Regionali lucane del 21 e 22 aprile: Angelo Chiorazzo (Basilicata Casa Comune) fa un altro passo indietro e decide di sostenere il candidato del centrosinistra, Piero Marrese (Pd). Il fondatore della cooperativa Auxilium ha accolto l'appello lanciato dai segretari regionali della coalizione che si è così ricompattata sul presidente dem della Provincia di Matera per sfidare il governatore uscente, Vito Bardi (Forza Italia), ricandidato dal centrodestra più Italia Viva e Azione. Chiorazzo aveva già fatto un passo indietro per appoggiare l'oculista Domenico Lacerenza, che era stato scelto sempre del centrosinistra e che si era poi ritirato lo scorso 16 marzo, proprio quando l'imprenditore aveva comunicato di voler andare da solo. E invece, in serata, il secondo passo indietro. "Con senso di responsabilità - ha detto Chiorazzo in una conferenza stampa, a Potenza, a cui ha partecipato anche Marrese - tutti insieme abbiamo deciso che non bisognava essere egoisti, ma che era necessario dare a tutti i lucani la possibilità di voltare pagina e di dare alla Basilicata un governo diverso da quello del centrodestra, che è stato il peggiore della storia". Pochi minuti prima dell'annuncio di Chiorazzo a sostegno di Marrese, era arrivato il comunicato congiunto dei segretari regionali di Pd, Europa Verde, M5S, Sinistra Italia, Basilicata Possibile e Psi, che avevano lanciato l'appello all'unità. "Chiediamo a Basilicata Casa Comune e a Chiorazzo - hanno scritto - di intrecciare valori e programmi per unire storie politiche, civiche e sociali che sono la rappresentazione della migliore Basilicata. Ad animarci è la consapevolezza che i cittadini lucani meritino una alternativa programmatica seria e credibile per la Basilicata". Stesso tenore era stato usato in un altro appello, inviato da alcuni esponenti del Pd, con primi firmatari i deputati Roberto Speranza ed Enzo Amendola. A meno di ulteriori sorprese dell'ultima ora, quindi i candidati alla carica di governatore saranno tre: Bardi, Marrese e l'outisder Eustachio Follia di Volt. E adesso l'attenzione si sposta sulle liste, che dovranno essere presentate nei Palazzi di Giustizia di Potenza e Matera venerdì 22 marzo, dalle ore 8 alle 20, e sabato 23 marzo, dalle 8 alle 12. Domani, giovedì 21 marzo, invece, è in programma una riunione, l'ultima della legislatura, del Consiglio regionale.