Si è consumata la vendetta dei padroni di casa per i cori contro Mbappè intonati durante la Copa America. Così insulti per ogni argentino, la squadra di rugby senza acqua, quella di hockey con le tubature saltate. Sino alla partita di calcio. Che è finita con una rissa furibonda. In puro spirito olimpico

A Bob Ballard era sembrato di aver detto una cosa spassosa. È successo dopo la finale della 4x100 stile libero ai Giochi di Parigi. Bob, ex BBC, è un veterano e in coppia con l’exa campionessa Liz Simmonds è il commentatore ufficiale del nuoto per il canale Eurosport. Così, quando le quattro campionesse olimpiche australiane hanno iniziato il giro piscina per raccogliere l’ovazione del pubblico, Bob se n’è uscito con la sua frase a effetto: “Lo sapete come sono le ragazze quando vanno a spasso assieme, poi si rifaranno anche il trucco”. Liz ha ribattuto stizzita: “Questo un oltraggio”. Bob si è fatto una bella risata in diretta tv. La mattina seguente è stato licenziato dall’ufficio inglese.

 

La notizia però non deve essere arrivata alle orecchie di due noti commentatori della radio nazionale francese assegnati al tennis olimpico. Commentando il doppio tra Sara Errani e coppia e Jasmine Paolini, contro le francesi Parry e Garcia, sono partiti con un’acrobazia che neanche al vecchio Bagaglino. Descrivendo le caratteristiche tecniche della Errani, hanno detto: “È lei il boss della casa, fra praticamente tutto, lava i piatti, cucina, dà lo straccio…”.

 

Sospesi dal lavoro a tempo indeterminato. Al confronto, il povero cronista della tv polacca Przemyslaw Babiarz che ha definito un inno per comunisti la canzone Imagine cantata da Julietta Armanet alla cerimonia di apertura, è un dilettante. In ogni caso rispedito, a casa pure lui.

 

Ovviamente l’Olimpiade è una trappola mediatica poderosa, ma è chiaro che viviamo in un mondo in cui anche gli aggettivi passano al vaglio del RIS di Parma della suscettibilità individuale. Un universo scivoloso in cui non c’è posto per i Bob Ballard, gente incapace di aggiornare il software del buon senso. Pensi di essere simpatico e ti ritrovi disoccupato. Giusto o sbagliato che sia.

 

E poi fateci caso, ormai in ogni storia polarizzante che si rispetti a un certo punto spunta un “video”. Regolarmente controverso. Spesso rubato. Sempre foriero di sviluppi tremebondi.

Il video che ossessiona la Francia da un mese è affiorato dagli Stati Uniti dopo che l’Argentina di Messi ha vinto la Copa America di calcio. Si vede un giocatore argentino del Chelsea, Enzo Fernandez, che canta un coro razzista nei confronti dei francesi, avversari nella finale mondiale in Qatar nel 2022.

Il coro è transfobico, preso a prestito dagli ultras della Nueva Chicago, squadra popolare del quartiere Mataderos a Buenos Aires. Lo dedicano ai nemici storici dell’Almirante Brown e viene intonato da un tifoso.  Parliamo di contenuti alti.

Il paroliere e centrocampista più pagato della Premier League Enzo Fernandez, lo ha rimaneggiato usando Mbappè nella strofa principale, quella sui gusti sessuali, e rivolgendo ai suoi compagni di pelle nera un ritornello razzista irripetibile.

La Federcalcio francese ha chiesto subito un’azione dura da parte della FIFA. Ancora niente.

Il ragionevole sottosegretario allo sport argentino Jorge Garro, ha dichiarato pubblicamente che Messi dovrebbe chiedere scusa ai francesi per quella caduta di stile. La vice del Presidente Milei, Victoria Villareal, ha licenziato Garro un minuto dopo: “Nessun argentino deve alcuna scusa a un popolo colonialista come quello francese”.

 

Alla fine almeno Fernandez ha chiesto scusa e il Chelsea ha deciso di perdonarlo, dopo che Enzo ha donato una cospicua somma alla fondazione che si batte contro il razzismo. Insomma, mica è un Bob Ballard qualsiasi.

 

Ma i francesi che s’incazzano non aspettavano altro che i Giochi per consumare la loro vendetta. Così ogni argentino che ha messo piede in Francia è stato insultato senza pietà. La squadra di rugby seven ha subìto un trattamento indegno denunciato dall’allenatore Santiago Gomez Cora. “Sugli spalti si sono accaniti contro i nostri familiari. Al Villaggio ci hanno lasciato senz’acqua per un giorno e costretti a file di 40 minuti per mangiare. Ai francesi invece era dedicato il trattamento vip”.

 

Alle argentine dell’hockey invece sono saltate le tubature dei bagni con conseguente fuoriuscita di sostanze non consone al clima che si dovrebbe respirare durante una vigilia olimpica.

 

E poi, ieri sera, la sfida più attesa, quella del calcio a Bordeaux: Francia contro Argentina. Jean Philippe Mateta, attaccante di padre congolese, ha definito il match “una questione personale”. Si è visto come lui e gli altri neri in squadra urlassero tutto il loro disprezzo ai bianchi argentini dopo un tackle vinto. Alla fine hanno vinto. All’indice del più tipico spirito olimpico nel tunnel che portava le squadre negli spogliatoi è scoppiata una rissa furibonda. Il tunnel è un’ottima analogia, in questo caso è uno di quelli di cui non si intravede il fondo.