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Trump e i dazi: lo stop alla guerra commerciale con Messico e Canada allenta le tensioni sui mercati
Dopo i primi annunci del presidente statunitense, le borse mondiali erano in calo. Poi c'è stata la tregua con messicani e canadesi che ha fatto rimbalzare le borse asiatiche. L'Unione europea, invece, è ancora sotto pressione
Gli annunci seriali di nuovi dazi a stelle e strisce da imporre al resto del mondo hanno generato grande clamore sui mercati finanziari, causando un calo delle borse a livello globale. I timori di un’escalation nelle tensioni commerciali hanno pesato sugli investitori, portando le principali piazze finanziarie a chiudere in ribasso nella giornata di ieri, 3 febbraio. Oggi, tuttavia, è arrivato un nuovo sviluppo: Donald Trump ha annunciato il congelamento dei dazi sui prodotti di Messico e Canada per un periodo di 30 giorni.
Il congelamento dei dazi
La decisione sarebbe stata presa dopo un colloquio con la presidente messicana Claudia Sheinbaum, durante il quale è stato concordato il dispiegamento di 10 mila soldati lungo il confine per contenere il flusso migratorio verso gli Stati Uniti. Parallelamente, il premier canadese Justin Trudeau ha reso noto che anche il Canada beneficerà di una sospensione temporanea delle tariffe. Questi 30 giorni di tregua serviranno per negoziare un’intesa commerciale più stabile.
La proposta di El Salvador
Mentre Washington tratta con i suoi vicini, El Salvador ha avanzato una proposta inedita: il governo di Nayib Bukele si è detto disposto ad accogliere detenuti americani nelle proprie carceri. Un’offerta senza precedenti, che potrebbe aprire nuove prospettive nei rapporti tra i due Paesi, ma che solleva anche interrogativi su possibili implicazioni legali e umanitarie.
La Cina ribatte
Pechino non è rimasta a guardare. Di fronte ai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti su tutte le importazioni cinesi (10%), il governo cinese ha risposto con misure ritorsive: tariffe del 15% su carbone e gas naturale liquefatto (Gnl), e un ulteriore 10% su petrolio, attrezzature agricole e automobili americane. Le nuove tariffe entreranno in vigore il 10 febbraio. Inoltre, la Cina avrebbe avviato un’indagine su Google, "sospettata di aver violato le leggi anti-monopolio cinesi". Il suo Ceo Sundar Pichai era presente all’inaugurazione del secondo mandato di Trump insieme agli altri leader del big Tech. Un segnale della crescente tensione tra Washington e Pechino?
Le borse asiatiche in ripresa
Dopo la giornata nera vissuta ieri, le borse asiatiche hanno segnato un rimbalzo significativo. La Borsa di Hong Kong ha aperto con un deciso rialzo dell’1,56%, trainata dai titoli tecnologici come Alibaba (+2,93%). Anche le altre piazze principali hanno registrato guadagni: Tokyo ha chiuso a +1,34%, Seul a +2,07% e Taiwan a +0,74%. L’ottimismo sarebbe legato alla sospensione dei dazi su Messico e Canada, nonché alla prospettiva di un possibile dialogo tra Stati Uniti e Cina nelle prossime 24 ore.
Scivola l’euro, ma la risposta Ue non è unitaria
Se i mercati asiatici respirano, quelli europei restano sotto pressione. Le borse del Vecchio Continente hanno riaperto in calo, con gli investitori ancora preoccupati per le possibili tariffe del 10% sulle importazioni europee, minacciate da Trump. Secondo Deutsche Bank, l’imposizione di tali dazi potrebbe far perdere uno 0,5% di Pil all’Eurozona. Anche il rendimento del Btp italiano a 10 anni è salito al 3,52%, segnale di incertezza tra i trader, che osservano con attenzione gli ultimi dati sull’inflazione dell’area euro. A Piazza Affari, diversi titoli hanno sofferto, tra cui Generali, Stellantis, Erg, Intesa Sanpaolo, Ferrari e Ferragamo.
L'ottimismo del governo italiano
Sul fronte politico, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che l’Europa deve prepararsi a eventuali misure statunitensi, ma che la recente trattativa con Messico e Canada dimostra la possibilità di negoziare. Tuttavia, l’Ue appare divisa: mentre Francia e Germania spingono per una risposta dura e compatta, emergono dissidi interni, soprattutto riguardo al "buy American", che tocca in particolare il settore della difesa.