Si è conclusa la quarta e ultima giornata di LetExpo 2025, la fiera internazionale della logistica e dei trasporti andata in scena dall’11 al 14 marzo a Verona. Chiusi i battenti, è tempo di bilanci: “La presenza di 500 espositori, con una crescita del 25% rispetto all'anno scorso e 130 mila visitatori rappresentano un risultato eccellente – ha detto Guido Grimaldi, il presidente dell’Associazione logistica intermodalità sostenibile (Alis), promotrice dell’evento –. Un’edizione straordinaria per autorevolezza. I 350 relatori e stakeholder di tutto il sistema hanno dato molte suggestioni e hanno fatto sentire le necessità del mondo dei trasporti e della logistica”. Nell’ultima giornata è stato il turno degli interventi del ministro per gli Affari europei e Pnrr, Tommaso Foti, e della ministra per le Riforme costituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati. I loro interventi sono stati preceduti da quello, in videocollegamento, del presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Foti: "Spesi il 52% dei fondi Pnrr"
Per Foti è stata l’occasione anzitutto di fare il punto sullo stato d’attuazione del Pnrr, seguito direttamente dal ministero che guida, ereditato dall’attuale commissario europeo Raffaele Fitto. “Capisco che bisogna fare politica continuamente nel modo più 'tragico possibile, ma attualmente l'Italia è prima in assoluto nel Pnrr per numero di rate richieste, per numero di importi attribuiti ai singoli paesi e per numero di obiettivi – ha sottolineato Foti –. Compresa la settima rata che è in fase di analisi, abbiamo raggiunto 338 dei 621 che ci siamo prefissati. In questo momento abbiamo speso il 52% dei fondi assegnati perché se avessimo speso, come qualcuno ci consiglia, anche i fondi che devono essere assegnati, avremmo fatto un grave danno alla traiettoria del quadro finanziario settennale che abbiamo in termini di politiche di bilancio".
Poi è passato al tema più caldo del momento, i dazi, al centro di quasi tutto gli interventi (politici e non) dei quattro giorni di LetExpo: “I dazi di Trump non sono una novità, c’erano già nel 2018 – ha sottolineato dal palco Foti –. L’Europa ebbe a dare una contromossa a quei 6,4 miliardi di euro sui quali si abbattevano i dazi con una mossa esattamente uguale. Il problema è stato che nel 2021 l'Europa ha deciso la seconda fase di non mandarla avanti e di sospendere anche la prima. Oggi Trump dice 'l'Europa mi ha sempre trattato male', ma al di là degli slogan con gli Usa ci sono sempre stati ottimi rapporti commerciali. Ma se si dovesse aprire una politica di dazi, non è detto che l'Europa ne esca peggio di altri, anche se è vero che noi abbiamo agroalimentare, farmaceutico, automotive e meccanica che sono quattro dei settori più sensibili. Ma non mi fascerei la testa ancora prima che il dialogo si apra. Io continuo a ritenere che dobbiamo abbassare i toni – ha poi sottolineato il ministro, collegando il tema dei dazi al rapporto Usa-Ue, anche in riferimento alle trattative in corso per risolvere la crisi ucraina –. Se noi analizziamo i dati, penso che Europa e Stati Uniti possano ben continuare delle relazioni transnazionali e transatlantiche senza avere l'incubo che oggi tutti vogliono dipingere. Se noi dipingiamo gli Stati Uniti come il male assoluto, vogliamo consegnare mani e piedi alla Cina, perché di alternative non ce ne sono”.
Casellati: "Nessuna riforma può andare a termine senza stabilità politica"
“La mancanza di stabilità negli ultimi anni è costata ai cittadini 265 miliardi in più sugli interessi del debito pubblico, denaro che noi potevamo utilizzare per altre cose – ha detto dal palco Casellati, intrecciando il tema del premierato alle possibili ricadute economiche della modifica della forma di governo italiana –. Il premierato è una straordinaria leva di carattere economico. Ha due capisaldi: il primo è la stabilità che viene garantita al governo, l’altro è l’elezione diretta che consente di dare ai cittadini voce e centralità. Per quanto riguarda la stabilità – ha aggiunto – significa credibilità a livello internazionale, ma anche fiducia dei mercati e poter programmare per i cittadini e le imprese un proprio futuro. Senza stabilità non si può fare nulla di tutto questo. Il premierato impatta direttamente sui problemi del Paese – ha sottolineato la ministra, rispondendo a chi critica la riforma costituzionale in nome di altre e più urgenti priorità –. Nessuna riforma, anche fisco e sanità, può andare a termine se non c’è stabilità politica”.