Le organizzazioni criminali che controllano a Modena gli affari illeciti non gradiscono le inchieste giornalistiche di Giovanni Tizian, 29 anni, collaboratore della "Gazzetta di Modena" e de "l'Espresso". Il giovane cronista è ben informato, rivela retroscena dei business mafiosi, e questo per i clan non va bene. Ai mafiosi non piace quello che il cronista racconta da cinque anni sui fenomeni criminali che opprimono, quasi in silenzio, la città. La sua è l'unica voce che rompe la cortina omertosa.
E per questo motivo qualcuno dei clan aveva deciso di intimidire pesantemente il collaboratore della "Gazzetta", che ha in tasca un'assunzione a "Narcomafie". Le intercettazioni, per indagini antimafia, hanno permesso di prevenire l'azione criminale e per il giornalista la prefettura di Modena ha disposto una misura di protezione. Tizian è adesso tutelato da due finanzieri armati.
La forza dell'informazione si dimostra ancora una volta una delle armi migliori per combattere le mafie. Perché i mafiosi e i loro complici hanno paura di essere svelati all'opinione pubblica, soprattutto nelle zone in cui l'azione di Tizian si rivela come un caso isolato. Una mosca bianca, facile da individuare e colpire. Per proteggerlo, dunque, sarebbe necessario oltre alla scorta, un'azione di denuncia collettiva.
L. A.