«Si può arrivare a situazioni limite nelle quali, nonostante la flagranza del reato, la testimonianza della vittima e prove schiaccianti, abusi sessuali su un tredicenne non possono essere perseguiti perché i genitori hanno paura di presentare denuncia o, per minori stranieri non accompagnati, il genitore non c’è ed è necessario nominare un curatore speciale», denuncia Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia della Camera.
È il tragico paradosso sollevato dall’Espresso all’indomani dell’arresto dell’uomo (“l’inglese”) che comprava i bambini costretti a vivere per strada nel cuore di Roma.
Con coraggio il tredicenne Abdul aveva raccontato la violenza, documentata persino dalle telecamere piazzate dalla Polizia, ma non è servito. L’inglese, un ingegnere americano in pensione, è tornato libero, senza nemmeno la necessità di un processo.
Per un passaggio sfuggito al nostro legislatore non è infatti possibile punire chi abusa di un bambino tra i dieci e i quattordici anni se non vi è una querela di parte. Una svista a cui finalmente la commissione Giustizia ha posto rimedio approvando all’unanimità una proposta di legge ora passata al Senato.
E bisogna fare in fretta: solo nel 2015 oltre 5.000 bambini hanno subito abusi e violenze e i reati legati alla pedopornografia sono aumentati del 543 per cento in cinque anni.