Sono passati vent'anni dall'omicidio della giornalista e dell'operatore Miran Hrovatin in Somalia. Tra misteri e depistaggi ancora tanti punti da chiarire

Caso Ilaria Alpi, la Camera mette online i documenti

20 marzo del 1994. Un agguato mette fine alla vita di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. A pochi giorni dall'anniversario, la Camera dei deputati mette online l’Archivio digitale che contiene tutta la documentazione raccolta dal Parlamento sul caso.

Un fascicolo denso di misteri, personaggi torbidi, affaristi e presenza inquietanti degli apparati di sicurezza. Il governo e la presidente di Montecitorio l'hanno definito un nuovo capitolo dell’operazione-trasparenza. Dopo la rimozione del segreto su materiali riguardanti la Terra dei Fuochi, le navi dei veleni e il cosiddetto “armadio della vergogna” sulle stragi nazifasciste, ecco la parte riguardante i l'uccisione dei due giornalisti.

All'indirizzo archivioalpihrovatin.camera.it si troveranno i documenti depositati presso l’Archivio storico della Camera: sia quelli già “liberi”, finora consultabili solo andando di persona alla sede di Roma (2009 documenti, per 104.943 pagine), sia quelli declassificati per iniziativa della Presidenza della Camera nel corso di questa legislatura (208 documenti, per un totale di 13.614 pagine; una prima tranche di 17 documenti era stata declassificata alcuni mesi fa).

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I materiali però non sono consultabili direttamente. Possono essere consultati solo dopo aver compilato una domanda online. E grazie alla collaborazione della Rai sono pubblicati materiali video, anche non montati, realizzati fra il 1992 e il 1994 da Ilaria Alpi, Miran Hrovatin ed altri telecineoperatori Rai in Somalia, a Belgrado e in Marocco.

«Questi documenti ci fanno entrare nel mondo di Ilaria - ha dichiarato la Presidente Boldrini - ci fanno scoprire com’era e come lavorava; fanno emergere il profilo di una donna appassionata e insieme di una giornalista di talento. La sua voce era diventata, nei primi anni ‘90, la voce della Somalia, così come le immagini di Miran Hrovatin ci avevano fatto conoscere un Paese messo in ginocchio dalla guerra fratricida, dalla fame e dalla povertà. Possa questa azione di trasparenza contribuire alla ricerca della verità e alla conservazione della memoria».

Verità che è ancora tarda ad arrivare. E che speriamo, con il venire meno di alcuni segreti di Stato, possa avvicinarsi. Così da chiudere uno dei capitoli più neri della nostra storia e rendere giustizia a due colleghi, morti per dovere.

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