Gli ultimi report della Fao e del World Food Programme lo confermano: in molte zone del mondo la situazione non è migliorata, anzi peggiora. Così una persona su nove, nel mondo, non mangia abbastanza. Mentre il 40 per cento mangia decisamente troppo

In un ipotetico gruppo di 10 persone, sedute in cerchio una accanto all'altra, ne troveremmo una denutrita e 4 in sovrappeso. Ancora oggi nel mondo l'11 per cento della popolazione, cioè 1 persona su 9, è denutrita, mentre il 40 per cento è sovrappeso o addirittura – 1 su 10 - obesa.

Se il gruppo fosse composto da bambini, a essere denutriti sarebbero 2,5 bambini su 10, e altri 1,5 su 10 sarebbero gravemente sottopeso. Insomma, non è vero che ovunque nel mondo stiamo riuscendo a sconfiggere la fame: non è così in Africa Subsahariana e non è così nelle regioni meridionali e occidentali dell'Asia e in Oceania, dove oggi le persone hanno meno disponibilità di cibo rispetto a 25 anni fa. 



Lo raccontano i dati raccolti dal World Food Programme delle Nazioni Unite e lo confermano i più recenti report della FAO: nonostante i risultati medi incoraggianti, vedi i Millennium Development Goals delle Nazioni Unite, in molte aree del mondo le cose vanno sempre peggio. Se è vero che nel periodo 1990-92 erano 1.010 milioni le persone che soffrivano la fame e oggi sono 795 milioni, in percentuale la fetta di malnutriti in queste due aree si è enormemente aperta. Questo è infatti un argomento che non si può affrontare parlando in termini di continenti, semmai di macro regioni.

Oggi per esempio l'Asia Meridionale rappresenta oltre un terzo della popolazione denutrita a livello mondiale e l'Africa Subsahariana un quarto. In media i due terzi della popolazione asiatica e un quarto di quella africana ha oggi ha troppo poco cibo.

Le cose vanno meglio in Asia e America Latina, dove il miglioramento è più evidente, e per questo motivo come media globale la denutrizione sembra un problema meno pressante.


L'ACCESSO DELLE DONNE ALLE RISORSE
Il problema riguarda in misura più pesante i bambini, le cui percentuali di denutriti sono praticamente le stesse del 1990, e in numero assoluto anche di più, dato che la popolazione africana in 25 anni è notevolmente aumentata. Oggi in Africa Subsahariana ci sono 44 milioni di persone denutrite in più rispetto a 25 anni fa Numeri che non devono farci dormire sonni sereni. Eppure – sostengono gli esperti della FAO - se le donne avessero lo stesso accesso alle risorse degli uomini, il numero degli affamati nel mondo potrebbe essere ridotto fino a 150 milioni.

MORTI INFANTILI, QUASI LA META' PER FAME
In paesi dove sono endemiche malattie come la malaria, la Dengue, e dove si muore di diarrea o di polmonite, il 45 per cento delle morti in età infantile sotto i 5 anni è dovuta alla fame, per un totale di 3,1 milioni di morti all'anno: per farsi un'idea come l'intera popolazione urbana di Barcellona.

Sono 66 milioni i bambini in età scolare che vanno a scuola denutriti, un problema quest'ultimo che secondo gli esperti del World Food Programme sarebbe risolvibile con un investimento di 3,2 miliardi di dollari annui.

Il BUCO NERO DELL'AFRICA

Fra guerre, instabilità politiche e conflitti civili in Africa Centrale le persone denutrite sono il doppio oggi rispetto al 1990, un fatto dovuto alla rapida crescita demografica di questi paesi. Oggi in Africa Centrale il 41 per cento delle persone sono denutrite (erano il 33 per cento nel 1990). Non molto meglio vanno le cose in Africa Orientale, che rimane per l'ONU la regione che sta soffrendo ancora maggiormente la fame con 124 milioni di persone sottoalimentate, il 31 per cento della popolazione.



OCEANIA, NESSUN PROGRESSO IN 25 ANNI

Infine anche l' Oceania, il cui nome ci evoca le tanto bramate coste australiane, da Sydney, a Melbourne, alla Nuova Zelanda, dove sempre di più i giovani europei vanno a cercare fortuna, ha un'altra faccia: quella della povertà. Secondo la FAO, l'Oceania ha oggi le medesime percentuali di denutrizione infantile del 1990, e addirittura il tasso di persone sottopeso è andato aumentando.

L'unico continente al mondo che mostra una media simile. La fame è anche a casa nostra Non dobbiamo cantare vittoria nemmeno a casa nostra. Come si vede dai dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 1990 a oggi la percentuale di bambini denutriti nei paesi sviluppati (Europa compresa) è rimasta la medesima: il 6 per cento. Questo nonostante, sempre in Europa, un bambino su tre sia sovrappeso o obeso (dato OMSlink). Ovviamente si tratta di una media, ma è come se un bambino europeo su una classe di 20 fosse denutrito.