La ricerca

I servizi digitali non affascinano gli italiani: «Al web preferiamo la fila allo sportello»

Solo un italiano su due usa i servizi online della pubblica amministrazione. Madia: «Con la semplicità e la trasparenza si risolverà tutto. Ma gli italiani non sono d’accordo. Secondo l’ultimo rapporto Agi-Censis, il 67 per cento ritiene che l’operato degli uffici pubblici sia peggiorato

di Federico Marconi   5 ottobre 2017

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All’Ernest & Young Capri Digital Summit 2017 è stato presentato “Il dilemma digitale”, un’indagine sul rapporto degli italiani con la pubblica amministrazione, realizzato da Agi e Censis. I dati che emergono sono significativi. Tra questi, l’insoddisfazione diffusa per la rivoluzione digitale degli uffici pubblici. Nessun cambiamento notevole per un rapporto che gli italiani definiscono “problematico”: il 67 per cento giudica negativamente l’operato della pubblica amministrazione. 

UN PAESE FUORI RETE
«La strada sembra ancora lunga, ma leggendo tra le risposte che gli italiani hanno dato al Censis, si può affermare che la rotta è giusta» ha dichiarato Riccardo Luna, direttore dell’Agi, che insieme al centro di statistica ha realizzato la ricerca. «Ora si tratta non solo di recuperare il ritardo accumulato nei confronti degli altri Paesi europei. Ma bisogna farlo facendo finalmente le cose per bene». Ancora molti però i problemi da risolvere, tra cui spicca il rapporto degli italiani con internet. «Un italiano su quattro non accede alla rete. La media europea è del 14 per cento» afferma Luna.

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Questi italiani “fuori rete” si sentono svantaggiati rispetto a chi utilizza il web, con meno opportunità per l’accesso a informazioni e servizi. Ma quando è necessario utilizzare i servizi online, non demordono: solo il 3 per cento ha dichiarato di rinunciare, anche in caso di pratiche importanti. La maggioranza assoluta dei “fuori rete” si rivolge a qualcuno. Il 67,7 per cento degli intervistati ha dichiarato di ricorrere a parenti, amici e conoscenti che sanno navigare nel web, mentre il 23,3 per cento invece fa ricorso a intermediari specializzati, come Caf o sindacati. 

IL PARADOSSO ANALOGICO
Non solo i “fuori rete”, tutti preferiscono andare allo sportello. Il 44,6 per cento dei 2 mila intervistati afferma di non aver fatto ancora ricorso ai servizi online perché preferisce “il rapporto diretto con l’operatore”. A questi “tradizionalisti” si affiancano gli “esclusi”, il 40,4 per cento, impossibilitati ad utilizzare i servizi online, per lo scarso livello di competenze informatiche, e per questo sono obbligati a rivolgersi fisicamente agli sportelli. C’è anche chi dichiara che la digitalizzazione dei servizi “non è mai servita”, il 19,6 per cento. Mentre è ancora alto il numero dei “diffidenti” verso le nuove opportunità offerte dall’innovazione (18,3 per cento), e chi non vi fa ricorso perché “non informato” (16,7 per cento).

I PROBLEMI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Un italiano su quattro (il 25,8 per cento) ritiene che sia il principale problema della pubblica amministrazione sia la sua cattiva organizzazione. Analoga la percentuale di chi considera il “fattore umano” come il male peggiore (24,3 per cento), di chi critica l’eccesso di burocrazia (22,7), e chi addita l’interferenza della dimensione politica (23,3). 
Solo il 2,5 per cento individua nello scarso ricorso alle nuove tecnologie la problematica principale. Al contrario la maggioranza degli italiani non crede che abbiano portato a nessun miglioramento. Anzi, un intervistato su quattro ritiene che il servizio sia addirittura peggiorato, mentre solo il 14,1 per cento nota dei miglioramenti.

LE ASPETTATIVE DEL DIGITALE
Uno dei dati più curiosi che emerge dal rapporto è la differenza tra le aspettative dei cittadini nei confronti della Pubblica amministrazione digitale e ciò che effettivamente hanno ricevuto. Dalla digitalizzazione dei servizi, l’utente medio ha dichiarato di aspettarsi maggiore semplicità (29,1 per cento), velocità (25,5), comodità (21,9), chiarezza (16,7) e autonomia (16,1). Il 28,8 per cento, invece, non si aspettava nulla.

Le aspettative non sono state disattese in toto. Alla domanda “qual è stato l’effettivo vantaggio ottenuto dai servizi online”, un terzo degli intervistato ha dichiarato di aver avuto un servizio più comodo. Solo un intervistato su dieci ha trovato la digitalizzazione dei servizi più semplice (12,2 per cento) o più chiara (9,3). Un terzo ha risposto di non aver avuto nessun vantaggio: dato emblematico dell’insoddisfazione per l’amministrazione digitale.

MENO BUROCRAZIA E CORRUZIONE
Quando gli è stato chiesto quali sono i fattori ritenuti indispensabili per migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, gli italiani non hanno avuto dubbi. Il 49,3 per cento ritiene necessaria la riduzione del peso della burocrazia, mentre il 45,8 vuole regole più severe per punire i corrotti, i finti malati e i fannulloni. Solo uno su dieci invece considera fondamentale l’attuazione dei processi previsti dall’Agenda digitale per l’Italia, il sistema di riforme su cui sta lavorando da quattro anni la ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia. 

«Abbiamo una visione per un’Italia più semplice e informatizzata, con un’amministrazione più semplice e veloce che riesca ad accogliere tutte le richieste dei cittadini» ha commentato la ministra intervenuta al summit «in questa visione, l’aumento dei servizi digitali ricopre un ruolo di fondamentale importanza». «I corrotti sono un cancro che indeboliscono l’economia del Paese. Ma è nella complicazione che si annida la corruzione». Continua la ministra: «Io credo che con la pubblica amministrazione digitale sia la migliore arma per combattere questo cancro».
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