«Vorrei sapere dove hanno lasciato le madri, le sorelle se ne hanno, le fidanzate, le mogli. Perché sono venuti qua da soli. Vengono da Paesi di guerra. Vorrei sapere perché le hanno lasciate là».
Susanna Ceccardi, sindaco leghista di Càscina, il 13 settembre è stata ospite a L’aria che tira su La7. Insieme a lei
don Biancalani, il parroco di Pistoia preso di mira dai militanti di Forza Nuova per delle foto postate su Facebook con dei ragazzi africani che aveva portato in piscina.
Sia la giovane sindaca, sia il leader del Carroccio Matteo Salvini, hanno postato su Facebook un estratto della trasmissione: «Ceccardi show», «Susanna Ceccardi mette in crisi Don Biancalani e le politiche sull’immigrazione della sinistra!», «
Ceccardi asfalta Biancalani». La prima cittadina di Càscina prova a chiedere ai ragazzi che accompagnano il prete perché non hanno portato con loro le donne della loro famiglia. Biancalani prova a rispondere: «Ma lei si rende conto cosa significa attraversare il Niger, quindi l’Africa centrale e arrivare in Libia per una donna?». Ma la sindaca non sente ragioni: «Ma se è ragione di vita e di morte perché le hanno lasciate là da sole?». Continua la Ceccardi: «Vengono qui per lavorare? Ma se stanno in piscina con lei?». La sindaca attacca Biancalani come Forza Nuova a fine agosto. Il prete prova a spiegare: «Ma loro sono andati in piscina un giorno. In tutti gli altri studiano, lavorano...».
«Sono in Erasmus praticamente» sentenzia la sindaca.
La Ceccardi amministra Càscina dal 19 giugno 2016. Unico sindaco leghista in Toscana, è attivissima sui social network. Qualche mese prima della vittoria al ballottaggio, l’8 gennaio, si scagliò contro gli organizzatori di un'iniziativa sotto la sede del Comune.
Il motivo? Venne cantata Imagine di John Lennon: «La musica sarà carina ma ha anche parole aberranti. Immagina un mondo senza religione, senza paradiso, senza proprietà privata. Qualcuno lo ha immaginato davvero questo mondo, e lo ha realizzato. Si chiama Comunismo e ha fatto milioni di morti. Andrebbe spiegato ai bambini che sono stati usati per questa ennesima pagliacciata».
Altro post, altra polemica. 27 febbraio 2017, carnevale. «Finalmente a Càscina c’è libertà e si può ridere di tutto» scrive su Facebook sopra la foto di un uomo e una donna mascherati da dipendente della Lidl e da rom in gabbia (il riferimento è alle due rom rinchiuse in gabbia da due dipendenti della catena di supermercati, ndr). Con un altro post cercò di scansare le polemiche: «Il vostro sindaco ride, ama la comicità, l'autoironia e cerca di affrontare le cose col sorriso».
La “mosca verde”, come veniva chiamata in campagna elettorale, non fa discutere solo per le sue esternazioni social.
Le prime decisioni prese da sindaco hanno fatto altrettanto,
facendo infuriare dai gay alle femministe, dai musulmani alle associazioni in difesa dei migranti. Ceccardi è stata anche protagonista del
siluramento del direttore artistico del Teatro di Càscina, da sempre storico baluardo di sperimentazione. Basta temi scomodi, meglio Shakespeare e Molière.
Post e polemiche le hanno dato notorietà negli ultimi mesi. Per Ceccardi si diceva fosse in arrivo la candidatura alla Camera nelle prossime elezioni. La sindaca però ha voluto smentire categoricamente. «I compagni del Pd ce l’hanno menata per un anno dicendo che mi sarei candidata a Roma lasciando il comune» scrive – sempre su Facebook – la Ceccardi «Vi ho lasciato parlare per un anno facendomi grasse risate, ora mettetevi in testa che mi dovrete sopportare ancora qualche anno». E a leggere i commenti, i concittadini non sembrano neanche troppo scontenti.