Il nuovo numero
Elena Cecchettin persona dell’anno, L’Espresso in edicola
«La sorella di tutte noi», scelta dal nostro settimanale per ricordare cosa è stato il 2023 e cosa sperare per il futuro. E poi il Ponte sullo stretto che piace solo al Nord. A chi conviene la guerra di Putin. La svolta green che deve partire dalla finanza. Il cinema d’animazione che non è mai stato così amato. E come sempre molto altro
Il settimanale L’Espresso ha scelto Elena Cecchettin come persona dell'anno 2023. La sorella di Giulia, la studentessa uccisa dall’ex fidanzato, compare nella copertina con un ritratto di Ilaria Magliocchetti Lombi. Le sue parole sul patriarcato e la cultura dello stupro hanno impresso a un dolore familiare la cifra della responsabilità collettiva per la lunga catena di femminicidi che hanno scandito l’anno che stiamo per lasciarci alle spalle. Una lucida diagnosi la sua, ribadita nel colloquio che Elena ha avuto con Susanna Turco: «Sono contenta – ha detto Elena Cecchettin - che quelle parole siano state prese sul serio e che di fatto le persone abbiano iniziato ad avere voglia di realizzare quel cambiamento che già desideravano».
L'Espresso l'ha scelta «perché è esattamente ciò di cui parla a fare sì che ogni donna uccisa, stuprata, molestata venga considerata una vittima casuale. Assassinata, violentata, ingiuriata per effetto di una tragica coincidenza di circostanze fortuite che generano il mostro di turno. E non invece grano di un rosario di crimini che hanno radice, essenza, tratti e fisionomia comuni», spiega il vicedirettore Enrico Bellavia.
Mentre Loredana Lipperini ribadisce come stupri e femminicidi non siano «il pretesto per derive securitarie care ai governi in cerca di consensi, ma un gigantesco problema culturale», Paola Balducci sottolinea l’importanza dell’educazione alle relazioni, come unico antidoto. E Simone Fontana e Anna Toniolo portano alla luce l’ultimo abuso dei siti web, il deepnude: foto reali combinate con immagini porno date in pasto ai canali hot della rete. Per cui è di fatto impossibile perseguire i responsabili a causa di un buco normativo.
«È un Paese impazzito, in un mondo impazzito, quello che si affaccia al 2024. Mentre l’Italia è sempre più debole in Europa, il governo vuole essere sempre più forte con i deboli, con tagli al welfare e condoni per i ricchi, e soprattutto vuole che circolino sempre meno informazioni se non quelle che piacciono a “Lorsignori” vista la legge bavaglio per la stampa passata alla Camera con i voti delle destre ma anche, guarda un po’, di Azione e Italia Viva», commenta il direttore Alessandro Mauro Rossi nell’editoriale.
Piace solo al Nord quel ponte tra Calabria e Sicilia
Proteste nelle due regioni per i finanziamenti presi dal fondo europeo destinato al Mezzogiorno. Nessuna delle imprese coinvolte nell’opera ha sede a Sud di Roma. Come scrive Gianfrancesco Turano nell’articolo che apre la Politica, «Quanto è meridionalista questo governo. Solo i maligni potevano pensare che due ministri lombardi, di cui uno è anche vicepremier, mai avrebbero sfavorito il Sud negli investimenti. Figurarsi».
L’elite accomodante: a chi conviene la guerra di Putin
L’economia bellica è vissuta come un’opportunità per le classi più ricche e istruite. Che ora aiutano il Paese ad adattarsi. Così il consenso per lo Zar tiene, tra repressione del dissenso e compiacenza. Ne parla Tommaso Carboni per aprire gli Esteri del nostro settimanale.
La svolta green dovrà partire dalla finanza
Disinvestire dalle fonti energetiche tradizionali e puntare su quelle sostenibili. Il tema è decisivo per il futuro del pianeta ma nella recente Cop28 se ne è parlato troppo poco. Anche perché come spiega Gloria Riva nell’articolo che apre la sezione di Economia: «affinché la terra smetta di bollire, c’è un altro elefante nella stanza che deve smettere di muoversi in modo sgraziato: la finanza».
Nel pianeta della fantasia
“Il ragazzo e l’airone” del venerato Miyazaki, i film della factory napoletana Mad, i lavori più sperimentali, i Blockbuster Disney. Il cinema di animazione, in arrivo a fine anno, non è masi stato così amato. A tutte le età. Fa il punto Fabio Ferzetti.
E poi: “Cara Albania, ma quanto mi costi» di Carlo Tecce, “Gran pasticcio balneare” di Sergio Rizzo e il colloquio di Francesca De Sanctis con Gabriele Lavia per I Dialoghi de L’Espresso. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano in edicola e online.