Il nuovo numero

Senza Partito, il nuovo L’Espresso è in edicola

di Chiara Sgreccia   15 settembre 2023

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Indipendente, digitale, inclusivo: L'Espresso torna in edicola da solo. Con un ritratto della generazione interessata alla politica ma delusa. I tarocchi di Dagospia ai potenti. La Melonomics. Gli artisti nazionalisti. E, come sempre, molto altro

Curiosa e interessata alla politica. Ma scettica e delusa anche se non rinuncia a impegnarsi: nella prima pagina dell’Espresso di questa settimana c’è il ritratto di una generazione che non trova rappresentanza nella classe dirigente inadeguata e indifferente alle istanze dei giovani. «Partito mio come sei caduto in basso. Le forze politiche non sono mai state cosi scollate dalla società. E la sfiducia verso di loro è una cattiva notizia per la democrazia», scrive Sergio Rizzo nell’articolo di copertina. «Non è vero che i giovani sono disinteressati alla politica, per più della metà è la politica ad essere distante dai loro obiettivi», aggiunge Chiara Sgreccia. Lo dimostrano anche 60 aspiranti leader under 30 eletti bruciando le tappe. Che provano a cambiare il Paese. Gianfrancesco Turano fa un punto sulla questione meridionale: «posti fissi, pochi, consulenze, clientele. Sparito il reddito di cittadinanza e senza salario minimo, ai giovani del Sud è servita la vecchia minestra assistenziale». Mentre il direttore Alessandro Mauro Rossi nell’editoriale ribadisce come i giovani cerchino qualcuno che li rappresenti. E ricorda: «A loro, al loro rapporto con la politica che si sta sfaldando che dedichiamo la copertina». La prima de L’Espresso in edicola da solo, da venerdì 15 settembre.

 

Dagospia fa i tarocchi ai potenti
Per Meloni esce la carta dell’Imperatrice, ma è troppo nervosa. Il Carro di Schlein va a sbattere. Bergoglio il Papa fa un capolavoro. Roberto D’Agostino, cioè Dagospia, fa i tarocchi agli italiani che contano. Carlo Tecce racconta come.

 

Il muro polacco contro i migranti usati come armi
Da Blalowleza, al confine tra Polonia e Bielorussia, Sabato Angieri descrive la situazione di migliaia di rifugiati bloccati: da un lato Russia e Bielorussia spingono. Dall’altro Morawiecki, il primo ministro polacco, ha fermato gli accessi agitando lo spettro della sostituzione etnica.

 

Stato padrone e salari bassi. È la Melonomics
Più intervento pubblico, meno tutele sindacali. E favori alle categorie più forti. La politica economica del Governo fa parte di una tendenza globale: il nazionalcapitalismo. Ne scrive Gloria Riva.

 

Fuga dall’autarchia
Dal cinema all’arte, dalla letteratura alla moda, c’è aria di sovranismo. Una contraddizione per la cultura che è frutto di contaminazioni. E non di chiusura e rivendicazioni identitarie: «Alzare continuamente gli scudi verso la concorrenza straniera anziché reagire con orgoglio a un mondo che continua a trarre ispirazione dall’italianità è sintomo di debolezza», spiega Sabina Minardi.

 

E poi, Susanna Turco scrive delle opposizioni senza un filo comune, a un anno dalle Politiche. Beatrice Dondi parla con Antonello Dose e Marco Presta del “Ruggito del coniglio” che da quasi trent’anni raccontano il Paese che cambia su Radio 2. Anna Dichiarante intervista Gianmario Siani ne I Dialoghi de L’Espresso. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano su L’Espresso, in edicola e online.