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Il ministro Guido Crosetto è stato ricoverato d'urgenza per pericardite. Le notizie del giorno

di Simone Alliva   13 febbraio 2024

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Continuano le polemiche post Santemo dopo il comunicato letto da Mara Venier. Milei lavora a Internazionale dei conservatori. Bonaccini sul fine vita in Emilia-Romagna: «Facciamo quello che lo Stato non fa». I fatti da conoscere

Crosetto in ospedale nella notte, forse pericardite
Resta in osservazione in ospedale il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ricoverato d'urgenza nella notte per i forti dolori al petto. I medici sospettano un caso di pericardite, dopo che la coronarografia a cui è stato sottoposto ha dato esito negativo. Il ministro si trova nella terapia intensiva del San Carlo di Nancy, l'ospedale del quartiere Aurelio, a Roma, dove si era presentato da solo e a piedi al pronto soccorso in piena notte, spiegando di aver avuto dolori al petto per tutta la giornata. Crosetto, 60 anni, già nel 2013 si era dovuto ricoverare per problemi cardiaci e in quell'occasione aveva ammesso che poteva essere legato alle troppe sigarette, essendo arrivato a fumarne 150 in un giorno. La pericardite, probabile causa di questo nuovo ricovero, è un'infiammazione del pericardio, la 'sacca' che contiene e protegge il cuore. Di solito è conseguenza di infezioni virali trattabili con farmaci antinfiammatori, ma può anche originare da batteri, funghi o parassiti. Nel caso di un versamento significativo, si ricorre al drenaggio del liquido attraverso un catetere introdotto tra le membrane pericardiche. Al ministro sono arrivati gli auguri del governo e di numerosi esponenti politici, oltre che dei vertici militari. "Un grande abbraccio e tanti auguri di pronta guarigione al ministro Crosetto", ha scritto sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, "con la tua forza e la tua determinazione, sono sicura che supererai anche questa sfida. "Al ministro della Difesa Crosetto, al carissimo Guido i migliori auguri di superare velocemente e bene questo momento di difficoltà. Torna prestoe' un ordine!", ha scritto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera (Fi) e componente della commissione Difesa. "Auguri Guido! Tieni duro", lo ha incoraggiato il leader di Azione, Carlo Calenda. Auguri sono arrivati anche dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, di AVS, nel corso di un'iniziativa contro il Ponte sullo Stretto, e dal leader M5s, Giuseppe Conte.

Migranti e Israele, opposizioni contro la "censura" Rai
A due giorni dalla conclusione di Sanremo, dopo le polemiche scatenate dagli interventi in difesa della causa palestinese dal palco dell'Ariston, fanno ancora discutere le prese di posizione degli artisti e la reazione che provocano. Non solo sul tema della guerra. Questa volta a finire nel mirino dell'opposizione, ma anche di moltissimi utenti dei social, è l'intervento sul conflitto mediorientale dell'ad Rai Roberto Sergio, accusato di mancanza di equilibrio, oltre alla puntata di ieri di Domenica In.

Pioggia di critiche, in particolare, sulla conduttrice Mara Venier. Dopo le parole di protesta dell'ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar per l'intervento di Ghali che aveva chiesto di fermare "il genocidio" sul palco dell'Ariston, Sergio ha scritto un comunicato per ribadire la sua solidarietà a Israele. Messaggio letto ieri nel corso della trasmissione di Rai1 da Mara Venier, che ha concluso: «Queste sono le parole del nostro amministratore delegato che ovviamente condividiamo tutti». Una frase, quest'ultima, che è parsa ad esponenti politici di minoranza, oltre che a molti cittadini sul web, un'accettazione acritica delle posizioni del vertice aziendale.

A far discutere è anche il momento in cui Dargen D'Amico è intervenuto per parlare di immigrazione: «Quello che gli immigrati immettono per pagarci la pensione - ha affermato l'artista - è più di quello che spendiamo per l'accoglienza». Venier lo ha interrotto, dicendo: «Però qui è una festa, si parla di musica». Poi la conduttrice, rivolta ai giornalisti in un fuorionda, ha detto: «Mi mettete in imbarazzo, non vi faccio parlare più, perché non è questo il momento».

Tutta benzina sul fuoco delle polemiche del Pd contro Tele Meloni, che avevano portato al sit-in organizzato dai dem davanti ai cancelli di Viale Mazzini la scorsa settimana. «Quello che è successo ieri in Rai è grave. Prima la velina e poi la censura nello stesso programma», afferma Sandro Ruotolo, responsabile informazione del partito. Migliaia i tweet a sostegno delle parole di Ghali e Dargen D'Amico, contro la Rai e Mara Venier. «Le accuse di censura sono semplicemente ridicole - ribatte dalla maggioranza Maurizio Lupi -. Ci saremmo aspettati, semmai, che l'opposizione riconoscesse lo straordinario successo di pubblico raggiunto dalla Rai».

La presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia, sottolinea che «ciascun artista deve essere e sentirsi sempre pienamente libero di esprimere le proprie opinioni» sul palco di Sanremo, prima di criticare il comunicato di Sergio per non aver espresso anche solidarietà ai civili palestinesi. «Chi riveste un ruolo istituzionale - sostiene - ha il dovere dell'equilibrio». Di necessità di equilibrio parla anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ma questa volta per stigmatizzare il comportamento dei conduttori del festival. «Non puoi affidare il tema israelo-palestinese a un cantante che pronuncia una frase a senso unico - afferma -. I cantanti possono dire quello che vogliono, ma devono essere corretti. O almeno c'è il dovere di chi conduce di equilibrare».

La Lega esulta: Irpef al 50% per redditi da 10 a 15mila euro
La sintesi giunge dopo quasi due ore di vertice di maggioranza a palazzo Montecitorio. L'emendamento al decreto Milleproroghe sull'Irpef agli agricoltori alla fine arriva dal governo e raccoglie i plausi di una maggioranza in fibrillazione. La proposta di modifica, che verrà presentata nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, prevede l'esenzione del pagamento dell'Irpef per i redditi agrari e dominicali fino a 10 mila euro, come già annunciato.

La novità riguarda invece la riduzione del 50% dell'importo da pagare per i redditi tra i 10 mila e i 15 mila euro. «Alla luce della pubblicazione sul sito del ministero dell'Agricoltura del tavolo tecnico, siamo pronti a smobilitare il presidio», annuncia Maurizio Senigagliesi, uno dei portavoce di Riscatto agricolo che promette "nel giro di due o tre giorni" l'uscita dei trattori. Anche tra le forze di maggioranza prevale la soddisfazione tanto da far dire alla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni di vedere una "maggioranza compatta", nonostante le "sfumature diverse", che semmai per la premier sono un «valore aggiunto, altrimenti saremmo un partito unico, mentre noi stiamo insieme per scelta». «Quando c'è da trovare delle soluzioni - rilancia - le troviamo sempre».

Ma la tensione tra Lega e Fratelli d'Italia non sembra voler calare. Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, l'intesa sul provvedimento certificherebbe il raggiungimento di un accordo, "che si deve al lavoro congiunto dei ministri Giorgetti, Lollobrigida e Ciriani e del viceministro Leo". Le ore che precedono l'annuncio, però, raccontano una frizione evidente tra le forze di governo, con la Lega che continua ad alzare l'asticella proponendo la soglia di esenzione dell'Irpef agricola fino a 30 mila euro. E non solo. Perché Matteo Salvini, proprio quando è in corso la riunione di maggioranza, convoca il suo partito. Che con una nota rilancia: «Incrementare l'esenzione Irpef». Mossa letta da alcuni in maggioranza come un forte elemento di disturbo al complicato lavorio verso l'intesa. Qualche istante dopo l'annuncio del provvedimento, fonti della Lega esprimono "grande soddisfazione per la determinazione del governo a rivedere il provvedimento sull'Irpef, così come richiesto sin dalla scorsa settimana da Matteo Salvini".

Parole che in molti interpretano come una rivendicazione, dopo giorni in cui il partito del ministro dei Trasporti aveva tenuto alto il livello dello disputa. Dalle parti di Fratelli d'Italia c'è chi legge l'emendamento come una sfida lanciata proprio alla Lega. Secondo alcuni, quella che doveva essere una proposta di modifica del relatore, diventa un'emendamento governativo proprio per evitare che il partito di Salvini possa pianificare ulteriori proposte dell'ultimo minuto. «Ora Molinari proporrà di modificare un emendamento del governo?», si lascia sfuggire qualcuno.

Resta da capire quale ministro apporrà la propria firma sotto all'emendamento, ma intanto la contesa per intestarsi il provvedimento è già cominciata. Del resto, Fratelli d'Italia non rimane a guardare un alleato che decide di inasprire il conflitto anche al Senato. Dove i leghisti presentano un emendamento al decreto elettorale che apre al terzo mandato per i sindaci (anche delle grandi città) e per i presidenti di Regione. Iniziativa che peraltro rallenterebbe la discussione del premierato, in discussione nella stessa commissione Affari costituzionali. La controffensiva di FdI arriva con un emendamento non gradito alla Lega, che permette ai fuori sede di votare. «Se Salvini vuole giocare alla guerra con mezzi pesanti - spiega qualcuno - noi la facciamo con una cosa che riguarda 4 milioni di persone».

Stefano Bonaccini: «Sul fine vita facciamo ciò che lo Stato non fa»
«In Emilia Romagna facciamo quello che il Parlamento non ha il coraggio di fare». Stefano Bonaccini non arretra di un passo. Per il governatore emiliano-romagnolo, presidente del Pd, non si scherza con la sofferenza delle persone, e la sentenza della Consulta sul fine vita va attuata. «È dovuta intervenire la Corte costituzionale per riconoscere che un malato con una sofferenza insopportabile, senza alcuna speranza, attaccato a macchine per il mantenimento in vita, abbia il diritto di congedarsi dalla propria esistenza nel pieno rispetto della propria dignità e volontà», dice in un'intervista a Repubblica. «Le persone si rivolgono ai Tribunali, alle istituzioni per avere una risposta. Il Parlamento si è fatto scavalcare dalla Consulta. In attesa della legge nazionale, noi abbiamo preso l'iniziativa, forti di quanto previsto dalla Corte che ha dettato criteri rigidi», aggiunge Bonaccini. «In questi anni - sottolinea il governatore - ho ascoltato tante storie di persone e famiglie nel dolore di una malattia irreversibile e senza nessuna norma certa. Tanti si sentono abbandonati dallo Stato. Perciò, ma lo dico con umiltà, l'Emilia Romagna si mette al servizio della libera volontà delle persone».

Argentina, Milei: lavoriamo a Internazionale dei conservatori
Creare un coordinamento dei conservatori nel mondo «è quello a cui stiamo cercando di lavorare». Così il presidente argentino Javier Milei in un'intervista a Libero. «Ci sono molte persone che capiscono e vogliono andare nella direzione giusta. Un esempio chiaro è qui in Italia, Giorgia Meloni. In Spagna, c'è Vox con Santiago Abascal e per il Partito popolare, Isabel Díaz Ayuso. In Brasile ci ha provato Jair Bolsonaro», commenta. «Ci sono vari leader che stanno cercando di indirizzare il dibattito verso il lato giusto. Il problema è che la sinistra è in vantaggio di trent'anni rispetto a noi», sottolinea Milei. Quanto all'incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stato «meraviglioso»: «Meloni è una persona che ti trasmette allegria, ottimismo, forza, è stata un riunione molto positiva -afferma - Abbiamo discusso di relazioni economiche, di quale aiuto può dare l'Italia all'Argentina nei rapporti con il Fondo monetario internazionale, abbiamo parlato di questioni culturali. È stato fantastico»".