Arena di pace
Il Papa incontra i movimenti popolari a Verona. Per costruire la pace in un mondo che va verso la guerra
«Per uscire dalla crisi strutturale in cui ci siamo infilati è necessario costruire un nuovo paradigma di civiltà che mette finalmente al centro l’ecologia integrale», si legge nel documento redatto dai Movimenti popolari italiani in occasione dell’incontro
«Per garantire il nostro diritto alla vita, abbiamo bisogno di cambiare approccio culturale, non solo il modello economico. A partire da una diversa relazione con le altre entità viventi, riconvertendo il modello produttivo, industriale ed energetico sulla base dei limiti del pianeta». Così si legge nella bozza del documento, a cui L’Espresso ha avuto accesso in anteprima, che i movimenti popolari italiani, insieme, hanno preparato in occasione di “Arena di pace”, l’incontro atteso con Papa Francesco, che li ha invitati al dialogo.
Al momento di confronto, che si è tenuto nella mattinata del 18 maggio all’anfiteatro di Verona, hanno partecipato più di 12 mila persone provenienti da tutto il mondo. Come l’afghana Mahbouba Seraj, venuta da Kabul, o il palestinese Aziz Sarah, al quale l'esercito israeliano ha ucciso il fratello o israeliano Maoz Inon, a cui Hamas ha ucciso i genitori. Ma anche l’attivista brasiliano Jao Pedro Stedile, la chirurga veronese Elda Baggio di Medici Senza Frontiere, i Fridays for Future, centinaia di esponenti dei movimenti popolari, che hanno riflettuto su migrazioni, ecologia, lavoro, economia, diritti e disarmo. Con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un futuro di pace in un mondo che, invece, sembra preparasi sempre più alla guerra.
«Sono sempre più convinto che il futuro dell'umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle elite. È soprattutto nelle mani dei popoli. Nella loro capacità di organizzarsi e anche nelle loro mani che irrigano, con umiltà e convinzione, questo processo di cambiamento. Voi, però, tessitrici e tessitori di dialogo in Terra Santa, chiedete ai leader mondiali di ascoltare la vostra voce, di coinvolgervi nei processi negoziali, perché gli accordi nascano dalla realtà e non da ideologie: le ideologie non hanno piedi per camminare, non hanno mani per curare le ferite, non hanno occhi per vedere le sofferenze dell'altro. La pace si fa con i piedi, le mani e gli occhi dei popoli coinvolti», ha detto Papa Francesco.
«Viviamo una realtà sempre più diseguale, in cui la povertà e l’esclusione sociale aumentano. In cui la crisi climatica è evidente, il lavoro sempre più precario, la violenza frequente, le comunità sempre più disintegrate», si legge ancora dal documento preparato dai movimenti popolari, durante mesi di attività, incontri, assemblee, organizzate in vista dell’incontro di Verona, nato da un’ dea del padre missionario Alex Zanotelli, 86enne convinto che il cambiamento possa avvenire soltanto dal basso.
«Così per uscire dalla crisi strutturale di sistema in cui ci siamo infilati è necessario dare gambe e direzione ad un nuovo paradigma di civiltà che mette finalmente al centro l’ecologia integrale: senza il riconoscimento dei diritti della natura non potremo garantire i diritti umani». Come spiega Giuseppe de Marzo, coordinatore nazionale della rete Numeri Pari, opinionista de L’Espresso e scelto come portavoce di tutti i movimenti popolari del Paese per incontrare Papa Francesco, il documento è stato costruito grazie all’intervento di tutti i movimenti popolari presenti a Verona: dai comitati nati per difendere il territorio e i beni comuni, alle reti di quartiere, progetti di mutualismo, cooperative sociali, movimenti per il diritto all’abitare, gruppi impegnati per i diritti umani, centri sociali, antiviolenza, di ricerca, scuole di autoformazione popolare, associazioni che contrastano il welfare mafioso nelle periferie, realtà di base impegnate a difendere i diritti degli animali.
«La parte di Paese che si impegna per accrescere la qualità della nostra democrazia. Vorremo chiedere al Papa un incontro il prossimo autunno-inverno, per consegnargli il documento. Che non è soltanto rappresentativo delle vertenze e delle lotte che portiamo avanti sui territori ma offre anche una visione unitaria del mondo elaborata dai movimenti popolari italiani grazie alla collaborazione. Anche per questo siamo stati felici di attraversare Arena di Pace, che ci ha dato l’opportunità di ritrovarci e ci ha permesso di rafforzarci», spiega De Marzo che riprendendo le parole di Papa Francesco sottolinea come, in epoca nuova della storia, la speranza di non «perdere l’umanità» trae forza soprattutto dall’esistenza dei movimenti popolari: « che sono la risposta ai conflitti ecologico distributivi ovunque in aumento, in Italia come nel resto del mondo. Ma anche al vuoto della politica. Necessari per rigenerare le comunità».