La vittoria francese di Mélenchon e il fenomeno della cantante americana in un numero eccezionalmente con doppia cover. E poi, il dibattito sulla separazione delle carriere dei magistrati. Gli argentini che sostengono Milei. Le prossime sfide delle banche italiane. L'esperienza del Living Theatre. E come sempre molto altro

Jean-Luc Mélenchon ha vinto e spento i sogni di gloria di Marine Le Pen: la Francia ha premiato l’azzardo del presidente della Repubblica Emmanuel Macron, ma il Paese resta diviso e il patto elettorale non tiene alla prova del governo. Il voto ha detto nettamente no alla destra, spiega Gigi Riva nell’articolo che apre L’Espresso di questa settimana, ma adesso il Presidente deve fare i conti con un centro indebolito e i suoi che lo abbandonano. 

 

«Le elezioni francesi dimostrano che vincono i riformisti se giocano la partita, come dice Raphaël Glucksmann, da adulti. In altri termini il modo per fermare la destra sovranista c’è: bisogna usare le armi della politica e non del populismo», dice Matteo Renzi a colloquio con Emilio Carelli. Mentre Giuliano Torlontano spiega che potrebbe essere, a sorpresa, Mario Draghi l’italiano favorito dalla vittoria di Mélenchon, in lizza per la guida della Commissione di Bruxelles.

 

«Alle conseguenze del voto francese dedichiamo la prima parte del nostro giornale cercando di capire quali sono le possibili ricadute per la politica italiana e per le nomine nell’Unione europea», chiarisce il direttore Emilio Carelli nell’editoriale. Mentre «abbiamo voluto regalare ai nostri lettori una controcopertina dedicata al fenomeno Taylor Swift, la cantante americana diventata mito e leggenda che in questi giorni tiene due concerti a Milano. Un fenomeno da osservare e studiare per la dimensione planetaria e per i risvolti non solo artistici e sociali, ma anche economici, che ha assunto».

 

Trentacinque anni e duecento milioni di dischi: fa un punto sull’icona cresciuta nel country capace di domare lo show business e di mettere in versi le sue storie, Patrizio Ruviglioni nell’articolo che apre la "contro-sezione" del giornale dedicata al ciclone Taylor Swift.

 

 

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Separato dai giudici, il pm finirà sotto la politica
La riforma sostenuta dal governo indebolisce non solo l’accusa, ma anche i giudici. Sarà messa in pericolo l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge mentre Il potere vuole impunità. La magistrata Ida Teresi, a colloquio con Carlo Tecce nell'articolo che apre la sezione Politica, partecipa al dibattito sulla separazione delle carriere dei magistrati avviato da L'Espresso.
 

Argentna tra inflazione e povertà: ma Milei piace
«I prezzi degli affitti e degli alimenti nei supermercati in poche settimane dall’inizio del governo sono aumentati drasticamente e oggi, nonostante lo stipendio medio in Argentina non arrivi ai 500 euro, fare la spesa costa quanto nelle capitali europee», scrive Elena Basso nell’articolo che apre gli Esteri de L'Espresso: ma nonostante l’inflazione altissima e la povertà che cresce, la popolarità del Presidente anarco-capitalista Javier Milei non accenna a diminuire.

 

Banche solide, ripresa possibile
Fa un punto sulle prossime sfide degli istituti italiani, tra partite europee e più sostenibilità e inclusività nel bilancio annuale dell’Abi, Giusy Franzese nell’articolo che apre l’Economia del nostro settimanale.

 

 

Living Theatre, gioia e provocazione
Julian Beck e Judith Malina hanno incarnato una delle più sovversive esperienze teatrali del ’900, il Living Theatre. Un intreccio di arte e vita che è possibile riscoprire grazie all’archivio di Fondazione Morra. Ne scrive Francesca De Sanctis per aprire la sezione Cultura.

 

E poi “L’importanza di non stare zitti” di Chiara Sgreccia, “Il Rosso di Benetton è un giallo” di Gloria Riva e “Su Mario Paciolla l’Onu rompa il silenzio”, il colloquio di Antonella Napoli con Anna Motta e Pino Paciolla. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano in edicola e online.