Il caso

Imane Khelif denuncia per “cyberbullismo aggravato” Elon Musk e J.K Rowling

di Simone Alliva   14 agosto 2024

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Imane Khelif

Vittima di una fake news che l'ha resa bersaglio una violente campagna d'odio, la medaglia d'oro alle Olimpiadi adesso si rivolge alla Procura di Parigi: "Per dignità e onore". Nel fascicolo anche i post italiani. Tra gli esponenti della maggioranza che hanno commentato la vicenda ci sono Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Matteo Salvini e Daniela Santanchè

È stata messa nel mirino per settimane Imane Khelif, medaglia d'oro olimpica e vittima di una campagna martellante fatta di fake news e transfobia. Adesso ha deciso di denunciare per molestie informatiche aggravate tutti i protagonisti di quella gogna canagliesca che l'ha vista appellare come "uomo", "mostro", "trans". Accuse e insulti che affondano le radici nel pregiudizio e nell'ignoranza. Toni violenti e parole feroci. Per tutta la durata della gara olimpica aveva scelto il silenzio, solo alla fine, dopo la vittoria aveva deciso di rispondere alle domande dei giornalisti. «Mi sono qualificata a pieno diritto per partecipare a questi Giochi. Sono una donna come tutte le altre. Sono nata donna. Ho vissuto come donna. Ho gareggiato come donna, e su questo non ci sono dubbi» ha spiegato la pugile in un'intervista con la Bbc smentendo le fake news veicolate dall'Iba, l’associazione internazionale della boxe non riconosciuta dal Cio che è guidata da un personaggio come l'oligarca russo Umar Kremlev, amico di Putin. «La dignità e l'onore sono sopra ogni altra cosa» ha concluso Khelif.

 

 

E per dignità e onore ha deciso di rivolgersi, soltanto adesso, sul finale, alla procura di Parigi. L'indagine è stata aperta dal Centro nazionale per la lotta all'odio online per "molestie informatiche basate sul genere, insulti pubblici basati sul genere, provocazioni pubbliche alla discriminazione e insulti pubblici basati sull'origine", ha dichiarato la procura.

 

 

Il fascicolo è affidato all'Ufficio centrale di lotta contro i crimini contro l'umanità e i crimini d'odio. "Dopo aver appena vinto una medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, la pugile Imane Khelif ha deciso di intraprendere una nuova battaglia: per la giustizia, la dignità e l'onore", ha scritto sabato il suo avvocato Nabil Boudi in una nota, riprendendo le parole dell'atleta e annunciando di aver presentato una denuncia il giorno precedente. La Procura ha confermato di aver ricevuto la denuncia lunedì, due giorni fa. "L'indagine penale determinerà chi ha dato il via a questa campagna misogina, razzista e sessista, ma dovrà anche esaminare chi ha alimentato questo linciaggio digitale", ha aggiunto. 

 

 

Secondo la rivista americana Variety, nella denuncia sono citati il miliardario Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter), e l'autrice della saga di Harry Potter, JK Rowling, nota per le sue posizioni transfobiche che hanno attaccato pubblicamente Khelif, tra gli sghignazzi entusiasti dei loro follower. La pugile trasformata in pochissimo tempo in un bersaglio mondiale da indicare all’odio e al disprezzo della folla.  "A una giovane pugile è stato appena portato via tutto ciò per cui aveva lavorato e si era allenata perché avete permesso a un maschio di salire sul ring con lei. Siete una vergogna, la vostra 'salvaguardia' è una barzelletta e Parigi 2024 sarà offuscata per sempre dalla brutale ingiustizia fatta a Carini". Aveva scritto sui social Rowling, postando una foto dell'atleta algerina: "Il sorrisetto di un maschio - il riferimento a Kehlife -che sa di essere protetto da un sistema sportivo misogino e si gode il disagio di una donna a cui ha appena dato un pugno in testa e alla quale ha appena distrutto l'ambizione di una vita". Musk commenta con un "assolutamente" un altro post che recita: "Gli uomini non appartengono agli sport femminili. Sto con Angela Carini". 

 

 

Secondo il legale, "le ingiuste vessazioni subite dalla campionessa di pugilato rimarranno la più grande macchia su questi Giochi Olimpici". Imane Khelif ha vinto la finale nella categoria 66 kg al Roland-Garros il 9 agosto. La polemica sul suo sesso trae origine dalla sua esclusione dai Campionati mondiali femminili di Nuova Delhi poche ore prima del suo incontro per la medaglia d'oro. Il motivo: elevati livelli di testosterone che violavano le regole della federazione internazionale di boxe IBA ente che ha perso lo status CIO perché coinvolto in brogli e corruzione che non ha mai esibito i risultati dei test e in qualche occasione ha negato che esista un esame del DNA.

 

Nel nostro piccolo mondo il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini è stato il primo a scagliarsi contro "il trans" Khelif per poi appuntare la medaglia sul petto della pugile azzurra ("Brava Angela e vergogna a chi ha dato l'ok al match") mentre la premier Giorgia Meloni, sbarcata a Parigi a tifare gli azzurri aveva parlato di "Tesi estreme incidono su diritti donne. Non è discriminazione, ma equa competizione". Tra i politici italiani ad aver attaccato la pugile anche Ignazio La Russa e Daniela Santanché. Nel dossier consegnato alla procura dall'avvocato di Khelif ci sarebbero anche post italiani. Al momento, però, nessun esponente politico risulta indagato.