Attualità
5 agosto, 2025Il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Bartoli, esprime preoccupazioni sulla libertà di stampa: "C'è un quadro normativo di ostacolo all'esercizio del diritto di cronaca"
"Al di là di Paragon, secondo me a breve esploderà un altro bubbone, operazioni di spionaggio fatte dai servizi senza lasciare traccia. Operazioni coperte, effettuate senza una traccia di documenti. Anche se il Copasir volesse rintracciarle non sarebbe possibile se qualcuno non testimonia questa ricerca fatta su alcuni giornalisti". La denuncia di Sigfrido Ranucci, conduttore del programma d'inchiesta della Rai, Report, è stata fatta durante una conferenza stampa organizzata da Alleanza verdi sinistra al Senato.
"Nonostante ci siano state evidenti espressioni del pubblico di gradimento nei confronti di Report e di altre trasmissioni - ha continuato, parlando del suo programma - alcune puntate sono state tagliate per favorire programmi che sono nell'ultima parte della classifica dell'indice qualitel che fa il governo, ha constatato Ranucci. "Siamo in un punto di non ritorno per quel che riguarda il servizio pubblico".
Ma la preoccupazione sulla libertà di stampa è condivisa anche dall'Ordine dei giornalisti: "Siamo preoccupati - ha affermato il presidente dell'Odg, Carlo Bartoli -. C'è un quadro normativo di ostacolo all'esercizio del diritto di cronaca. Vediamo solo arretramenti e possiamo gioire solo quando non ci sono arretramenti".
Angelo Bonelli, co-leader di Avs, ha condiviso l'allarme: "Ci troviamo di fronte a un passaggio rilevante, sono convinto che Giorgia Meloni abbia deciso di non recepire l'European Media Freedom Act o di recepirlo in maniera finta, perché ci sono in gioco le elezioni e il controllo dell'informazione deve essere totale". "La legge depositata dalla maggioranza (sulla Rai, ndr) va a costruire un blocco: chi vince si prende tutto", ha avvertito Bonelli. "Le iniziative che dobbiamo prendere sono ad ampio raggio. Meloni oggi attacca la giustizia, hanno bisogno di nemici, attaccano i giudici, l'informazione. Ma gli organismi indipendenti servono a tutelare la democrazia dalle svolte autoritarie".
Per Vincenzo Vita, deputato presente alla conferenza stampa: "Serve una rivolta civile e morale", mentre il senatore di Avs Peppe De Cristofaro ha affermato: "Non è solo la libertà di stampa ma anche di espressione e di dissenso, che sono l'oggetto dell'attacco del governo. Non è sbagliato dire che siamo dentro a una torsione delle nostre libertà e i valori fondanti della costituzione vedono un punto di crisi".
Tra i partecipanti alla conferenza stampa c'era Francesco Cancellato, il direttore di Fanpage, spiato nel caso Paragon. Il giornalista ha ricordato che, su questi casi, "né il Parlamento né il governo sono riusciti a darci risposte. Il governo nemmeno le ha chieste, anzi, quando Paragon le ha offerte ha rifiutato l'invito. La risposta del governo è stata di autotutela: non è andato alla radice di un'attività che non sarebbe difficile da scoprire. Chiediamo trasparenza". "A una parte politica di questo Paese - ha commentato Ciro Pellegrino, un altro giornalista di Fanpage monitorato con Paragon - questa vicenda interessa poco, anche a una parte dell'opposizione".
"Io indagato? Sono sereno"
Gli esponenti di Forza Italia Roberto Rosso e Maurizio Gasparri hanno rilanciato la notizia secondo cui il conduttore di Report sarebbe indagato dalla procura di Roma per il reato di interferenze illecite, in seguito alla diffusione dell'audio di una telefonata tra Gennaro Sangiuliano e la moglie. Ranucci si è detto "tranquillo" sulla vicenda. "Io so solo che è stata presentata una denuncia sulla vicenda della diffusione dell'audio. Siamo tranquilli, abbiamo semplicemente dato la notizia che il contratto di Maria Rosaria Boccia era stato bloccato in seguito a quella telefonata", ha detto il conduttore Rai all'Ansa.
"Abbiamo dato una notizia inedita - ha continuato Ranucci, nel difendersi -. L'audio di quella telefonata era stato registrato non certo da noi. Noi ci siamo limitati a riportare 30 secondi di un audio che mi risulta essere lungo ore, perché da quell'estratto emergeva la notizia che, in seguito alle pressioni subite dalla moglie, Sangiuliano lo stesso giorno aveva inviato un messaggio al capo di gabinetto Gilioli per stoppare il contratto di Maria Rosaria Boccia". "Tra l'altro - ha sottolineato ancora Ranucci -, su questa vicenda della trasmissione dell'audio era stato aperto anche un procedimento da parte dell'Ordine dei giornalisti che è stato archiviato".
"Quando si chiede alla Rai di intervenire nei miei confronti, ricordo che si tratta della stessa azienda che ha mandato in onda un'intervista a Sangiuliano nella quale l'ex ministro non ha detto tutta la verità sui motivi del blocco del contratto. Ho fatto solo il giornalista e sulla correttezza del mio operato si è già espresso l'Ordine dei giornalisti". Ranucci ha poi spiegato che non gli è arrivato ancora nessun avviso dalla procura.
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