Attualità
18 dicembre, 2025La Corte d'appello di Milano ha confermato la sentenza sulle braccia tese dei militanti neofascisti. "Queste manifestazioni con centinaia di persone schierate come formazioni paramilitari non sono meramente commemorative"
Confermate le condanne per i 13 militanti neofascisti che, il 29 aprile del 2018 in occasione delle annuali commemorazioni per Sergio Ramelli, avevano fatto il saluto romano. La Corte d’appello di Milano ha accolto la richiesta della procuratrice generale Olimpia Bossi che, citando la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 2024, ha spiegato che "queste manifestazioni con centinaia di persone, schierate come formazioni paramilitari, non sono meramente commemorative, ma rappresentano un pericolo per l'ordinamento costituzionale”.
Gli imputati sono stati assolti dall’accusa di incitamento "alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali”, mentre sono state confermate le condanne per manifestazione fascista, contestazione prevista dalla legge Scelba. Come, in sostanza, aveva chiesto la procura generale milanese. "Accertata la matrice fascista del saluto romano, queste manifestazioni - aveva spiegato la pg Bossi - con centinaia e centinaia di persone, schierate come formazioni paramilitari, non sono meramente commemorative, ma rappresentano un pericolo per l'ordinamento costituzionale e continuano a tenersi e trovano terreno sempre più fertile”.
"Non è vero che la Cassazione con la recente sentenza - aveva chiarito la pg - abbia escluso la natura di reato del gesto, a differenza di alcune ricostruzioni mediatiche, ma ha spiegato che bisogna capire se quel gesto, per le modalità della manifestazione, sia tale da costituire un pericolo attraverso la propaganda di idee fasciste e queste manifestazioni, con strutture quasi militari, lo sono".
Il bene "protetto - aveva proseguito nel suo intervento, lo scorso 27 ottobre - è l'ordinamento costituzionale, che vieta la ricostituzione del partito fascista". Nel processo era parte civile l'Anpi, con l'avvocato Federico Sinicato che dovrà essere risarcita. Sinicato aveva spiegato che "la norma" delle legge Scelba "vuole evitare queste manifestazioni in luogo pubblico che hanno la capacità di suggestionare terze persone". I legali degli imputati, tra cui gli avvocati Procaccini, Giancaspro e Radaelli, avevano spiegato che "è dal 76 che si tiene questa manifestazione per Ramelli e ci sono state più sentenze assolutorie negli anni: è sempre stata riconosciuta come manifestazione commemorativa".
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