Era solo il 13 agosto del 2023 quando Bardonecchia fu colpita da un violento nubifragio che devastò questa parte della Val di Susa. Ora, a meno di due anni di distanza, con l’esondazione del rio Fréjus e con la morte di un uomo di 70 anni torna l’incubo del rischio idrogeologico. Questo genere di eventi, come ripetono da anni gli esperti e come ha sottolineato anche il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, sono destinati a ripetersi con sempre maggior frequenza. “Quello che è avvenuto a Bardonecchia era già avvenuto nel passato, e temo non sarà l'ultimo episodio del genere – ha detto il ministro intervistato da SkyTg24 –. Si è costruito dove non si doveva, è mancata la manutenzione, e prima o poi la natura si prende la rivincita e i nodi vengono al pettine. Dire di risolvere tutto in 5-10 anni è una follia”.
Il cambiamento climatico, ha proseguito, “ci pone di fronte a criticità che non sempre siamo pronti ad affrontare. Secondo una parte della comunità scientifica, l'innalzamento del mare porterà tra 100 anni a sommergere una parte della fascia costiera italiana, e alcuni Comuni si ritroveranno sotto un metro d'acqua. Ci dobbiamo pensare in tempi ampi. Tutto questo porta a fare del cambiamento climatico una priorità – ha sottolineato – non in termini ideologici, ma pragmatici. Rendere un territorio sostenibile solo dal punto di vista ambientale è rischiosissimo, deve trovarsi un punto di equilibrio anche con l'economia. Per questo credo nella cultura della prevenzione – ha concluso il ministro – il cittadino deve chiedersi cosa sta facendo lui per essere partecipe. Mi rendo conto che non sarà facile”.
Ma all’indomani dell’ennesima scossa di terremoto che ha colpito l’area dei Campi Flegrei – quella di ieri, 30 giugno, di magnitudo 4.6, è stata la più forte registrata negli ultimi 40 anni – il ministro è tornato sullo sciame sismico che ormai da mesi coinvolge e spaventa l’area campana, negando di aver “mai detto” che occorra “lasciare l’area dei Campi Flegrei. Trasferire 500 mila persone in altre parti della Campania o del Paese mi sembra un provvedimento estremo che allo stato attuale non avrebbe giustificazione. Però ritengo – ha aggiunto – che ci siano alcune porzioni della caldera particolarmente vulnerabili per cui sarebbe utile suggerire di liberare quella zona”. Nell'area "c'è persino un insediamento di case popolari, quindi un intervento pubblico", ha ricordato Musumeci, "oggi bisogna conviverci: c'è il bradisismo che non possiamo spostare e le persone che non possiamo o vogliamo spostare. Mettere in sicurezza il territorio è ipocrisia e retorica: non esiste un territorio sicuro”.