Attualità
24 luglio, 2025Il Tar ha accolto il ricorso contro la convenzione con l’ospedale Sant’Anna di Torino. Abolita “la stanza dell’ascolto”: “Impossibile operare dichiarandosi contrari alla legge 194”
Dopo la denuncia de L’Espresso sull’uso del fondo regionale piemontese dedicato alle associazioni antiabortiste, il Tar ha stabilito che la Stanza dell’ascolto all’interno dell’ospedale Sant’Anna di Torino deve chiudere. La convenzione che ne ha permesso l’apertura è stata infatti giudicata illegittima. Nell’autunno 2023 Cgil e Se Non Ora Quando Torino ne avevano chiesto la revoca con un ricorso d’urgenza, una condizione che a gennaio 2024 il Tar aveva ritenuto non sussistere, dal momento che la stanza non era ancora stata aperta. L’inaugurazione ufficiale si è verificata alcuni mesi dopo e oggi il parere del Tar è cambiato.
I giudici bocciano la convenzione tra l’azienda ospedaliera-universitaria Città della Salute, la federazione regionale del Movimento per la vita (FederviPa) e il Centro di aiuto alla vita di Rivoli ritenendo la posizione del movimento in contrasto con la finalità della legge 194, che riconosce l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. Questo perché, nello statuto a cui aderisce chi dovrebbe operare nella stanza nel rispetto di tale normativa, il Movimento per la vita dichiara di opporsi alla 194 e a ogni procedimento che voglia introdurre e legittimare pratiche abortive.
«Il Tar conferma ciò che contestiamo dall’inizio – dice Laura Onofri, presidente dell’associazione Se Non Ora Quando Torino – Un servizio così delicato come quello di assistere le donne intenzionate a interrompere la gravidanza non può essere dato a un’associazione ideologicamente contraria a questa legge». Su questo punto, spiega l’avvocato Vittorio Angiolini che ha presentato il ricorso per conto della Cgil, il giudizio del Tar è chiaro.
Nonostante l’assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone, di Fratelli d’Italia, promotore della stanza, abbia sostenuto che la convenzione verrà riscritta in base alle osservazioni del Tar per consentire al presidio di rimanere attivo presso l’ospedale, secondo Angiolini questo non è possibile: «In base alla sentenza, o il Movimento per la vita cambia radicalmente il proprio statuto, oppure questa organizzazione non può operare presso un ente della sanità pubblica per il tipo di finalità che persegue».
Secondo il Tribunale, inoltre, da parte dell’azienda ospedaliera non è stata svolta alcuna verifica dell’idoneità strutturale, di scopo e di risorse delle associazioni convenzionate. A essere considerata inadeguata è anche l’idoneità dei volontari che operano nella stanza. Nella convenzione, FederviPa si è limitata di fatto a indicare che questi sarebbero stati selezionati sulla base della loro esperienza nell’accompagnamento in gravidanze difficili, ma per il Tar questa condizione è discrezionale e non sufficiente.
«Ci dispiace che si debba sospendere un servizio tanto utile alle donne» commenta Claudio Larocca, presidente di FederviPA e del Centro di aiuto alla vita di Rivoli. Come riportato da L’Espresso, a partire dall’apertura della stanza nel settembre 2024, proprio secondo Larocca le donne incontrate non sono state più di quattro e non tutti i colloqui sono avvenuti all’interno della stanza.
Alla decisione del Tar è seguita anche la comunicazione ufficiale dell’ospedale Sant’Anna, che considera annullata la convenzione e dichiara che l’interruzione del servizio «è immediatamente eseguibile, data l’urgenza di dar corso a quanto disposto dalla sentenza».
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