Attualità
4 agosto, 2025I dati diffusi dall'Istituto segnalano un aumento dei decessi nel tragitto casa-lavoro. L'ultima tragedia in provincia di Venezia, dove sono morti due operai impegnati nella pulizia di una fossa biologica
In Italia si continua a morire di lavoro e il bilancio del 2025 rischia di essere più drammatico rispetto allo scorso anno. Secondo gli ultimi dati riportati dall'Inail, da gennaio a giugno sono state presentate 495 denunce per morti sul lavoro contro le 462 dello stesso periodo del 2024. L'aumento, spiega l'Istituto, è trainato soprattutto dai decessi in itinere, cioè nel tragitto tra casa e lavoro, che sono passati da 104 a 137.
E ai dati impietosi si aggiungono le storie tragiche di chi ha perso la vita. Lo scorso 25 luglio a Napoli, tre operai – Vincenzo Del Grosso, 54 anni; Ciro Pierro, 62; Luigi Romano, 67 – sono morti precipitando da circa 20 metri mentre trasportavano materiali su un montacarichi in un cantiere a Napoli. Le indagini si concentrano su un tubo spezzato in corrispondenza di una saldatura e sul serraggio inadeguato di bulloni e perni: alcuni potevano essere svitati a mano. I tre operai non indossavano l’imbragatura e due non sarebbero stati assunti regolarmente. Sono indagati due imprenditori, l’amministratore del condominio e il responsabile della sicurezza.
L'ultimo dramma è di oggi, 4 agosto, a Veternigo, frazione di Santa Maria di Sala (Venezia). Altri due operai – Ziad Saad Abdou Mustafa, 21 anni, e Abdelwahab Hamad Sayed, 39 – sono morti soffocati da esalazioni tossiche mentre pulivano una fossa biologica. Secondo i primi rilievi, nella vasca era presente idrogeno solforato, un gas altamente pericoloso. Si ipotizza che uno dei due sia stato colto da un malore e che l’altro, tentando di soccorrerlo, sia rimasto a sua volta intossicato. Anche in questo caso si indaga sulla regolarità dell’appalto, sulle misure di sicurezza adottate e sulla formazione ricevuta dai lavoratori.
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