Le donne sono le colonne del mercato editoriale: e questa è una delle poche certezze del mercato editoriale. Era inevitabile quindi che l’8 marzo, da festa della Donna, si trasformasse a poco a poco in una festa del libro al femminile. Non è un caso se quest’anno anche due fiere editoriali puntino sulle lettrici: dalla milanese Tempo di libri che dedica alle donne la giornata inaugurale (il programma è qui) alla romana Feminism, prima fiera dell’editoria interamente dedicata alle donne, che si svolgerà nella Casa internazionale delle donne, a Trastevere, fino a domenica 13 (programma qui). Anche il Club alpino italiano dedica un numero della rivista Montagne360 alle donne dell’alpinismo, mentre l’ambasciata svedese invita tutte e tutti a partecipare alla campagna Wikigap per aumentare il numero dei personaggi femminili citati da Wikipedia.
In libreria in questi giorni è arrivata una piccola una valanga di saggi su “Donne e potere” (Mary Bead da Mondadori), postfemminismo (Jessa Crispin che per Big Sur spiega “Perché non sono femminista”) e femminismo in erba (le “Indomite” di Pénélope Bagieu per Bao Publishing e la seconda serie delle fortunatissime “Storie della buona notte per bambine ribelli” di Francesca Cavallo ed Elena Favilli, Mondadori). Tra tanti titoli lanciati a raffica, rischia di passare inosservato un saggio originale come “L’evoluzione al femminile” (Pendragon), dove Bruna Tadolini racconta in modo divulgativo e appassionante “il contributo delle femmine all’evoluzione dell’Homo sapiens”.
Quasi una strenna natalizia è il grande libro fotografico “Belle forti. Ragazze che vogliono essere se stesse” (il Castoro): i ritratti firmati da Kate T. Parker sono opere d'arte, ma questa carrellata di “ragazze senza paura, ragazze buffe, ragazze selvagge testarde e fiere” non funzionerebbe così bene senza il montaggio sapiente di frasi e la scansione in capitoli a tema (creatività, resilienza, determinazione…).
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Un regalo noir è “Le spose sepolte” di Marilù Oliva (HarperCollins), dove un serial killer uccide uomini che l’hanno fatta franca dopo casi di femminicidio; più brioso è “L’arte contemporanea spiegata a mia nonna” di Alice Zannoni (NFC Edizioni); mentre “Se Dio fosse una donna” di Leon De Winter (Marcos y Marcos), con un titolo così va comprato anche a scatola chiusa.
L’8 marzo è il giorno giusto per regalarsi o regalare (anche a uomini anzi forse soprattutto a loro!) i libri di due colonne del femminismo come Lea Melandri (“Alfabeto d’origine”, Neri Pozza) e Rossana Rossanda (“Questo corpo che mi abita”, Bollati Boringhieri). O per meditare sul rapporto tra uominie donne con la guida di un’autrice sensibile come Nadia Fusini, in “Una fratellanza inquieta” (Donzelli).
Questo è anche il giorno giusto per comprare i biglietti per i concerti del "Premio Bianca D’Aponte in tour" (le prossime date dello spettacolo antologico sulla kermesse per cantautrici sono il 20 marzo a Roma e il 9 aprile a Napoli). O per ascoltare la compilation di Ala Bianca "Ama chi ti ama" con il meglio del folk femminile (da Giovanna Marini a Rosa Balistrieri ai leggendari cori delle mondine).
Ma soprattutto per ricordare le 129 donne uccise nel marzo del 1911 a New York da un incendio nella ditta dove erano chiuse a cucire camicie: a loro è dedicata "No name" di Francesca Incudine, con il video di Emanuele Torre da vedere qui.