In un editoriale sul Financial Times, la presidente della Bce presenta la sua ricetta per arrivare a una moneta che sostituisca il ruolo del dollaro nel sistema internazionale: "Ma non avverrà per inerzia, deve essere conquistato"

Lagarde: "È ora dell'euro globale. Ma bisogna agire su credibilità geopolitica, resilienza e integrazione istituzionale"

L’euro? Può diventare una moneta “globale”. Questo “ruolo internazionale più ampio”, però, “non avverrà per inerzia” ma “deve essere conquistato”. In un editoriale pubblicato sul Financial Times, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, guarda al futuro e delinea le condizioni affinché la moneta unica europea possa rafforzarsi e diventare la valuta di riferimento per tutto il mondo, sostituendo il ruolo che dagli accordi di Bretton Woods del 1944 ha avuto il dollaro. Ma “affinché l’euro possa raggiungere il suo pieno potenziale, l'Europa deve rafforzare tre pilastri fondamentali: credibilità geopolitica, resilienza economica e integrità giuridica e istituzionale”. Parole che potrebbero segnare un cambio di passo, ma anche di paradigma. Perché, per un’Unione che storicamente si è fatta prima economica e poi progressivamente politica, ora Lagarde prova a invertire i due addendi: senza una chiara struttura istituzionale e una credibile proiezione internazionale – questo il ragionamento della presidente della Bce – l’idea di un euro come valuta di riferimento globale sarebbero difficile da realizzarsi.

"Il ruolo del dollaro non più certo"

"Il ruolo dominante del dollaro statunitense, per lungo tempo la pietra angolare del sistema monetario internazionale, non è più così certo”, prosegue Lagarde. “Protezionismo, logiche a somma zero e giochi di potere bilaterali”. Questo cambiamento è per la presidente della Bce un’opportunità “per l’Europa di assumere un maggiore controllo del proprio destino e all’euro di acquisire rilevanza globale”. L’euro, sottolinea Lagarde, è oggi la seconda moneta più utilizzata al mondo, con circa il 20 per cento delle riserve globali di valuta estera (la distanza con il dollaro, al 58 per cento, è però ancora ampia). Una maggiore internazionalizzazione della moneta unica europea potrebbe portare dei vantaggi per il Vecchio continente, come “costi di finanziamento più bassi, minore esposizione alla volatilità dei cambi e maggiore protezione da sanzioni e misure coercitive”.

Una dimensione globale per l'euro

Nel suo editoriale sul Financial Times, la presidente della Bce indica anche una roadmap e alcuni “passi decisi” per arrivare a dotare l’euro di una dimensione realmente globale: completare il mercato unico, ridurre gli oneri regolatori, creare una vera unione dei mercati dei capitali. Industrie strategiche come Difesa e tecnologie verdi dovrebbero essere sostenute, continua, da politiche coordinate a livello europeo.

"Riformare la struttura istituzionale dell'Europa"

Alcune caratteristiche costitutive dell’Unione europea come il rispetto dello stato di diritto e l’indipendenza della Bce sono decisivi punti di forza: “Dobbiamo riformare la struttura istituzionale dell'Europa – sottolinea la presidente Bce, nel suo passaggio più politico –. Non si può più permettere che un singolo veto ostacoli gli interessi collettivi degli altri 26 Stati membri. Un maggior numero di voti a maggioranza qualificata in settori critici consentirebbe all'Europa di parlare con una sola voce. La Storia ci insegna che i regimi sembrano duraturi, finché non lo sono più. Cambiamenti nel dominio valutario globale si sono già verificati in passato. Questo momento di cambiamento è un'opportunità per l'Europa: è un momento di 'euro globale'. Per coglierlo e rafforzare il ruolo dell'euro nel sistema monetario internazionale – conclude Lagarde – dobbiamo agire con decisione come un'Europa unita che assume un maggiore controllo del proprio destino".

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