Non sparirà dai nostri salotti, anzi. Ma diventerà sempre più grande, sottile, in altissima definizione e collegata a Internet. Dal salone di Berlino, le principali tendenze dell'elettronica
Ecosistema, convergenza, condivisione. Sono tre le parole chiave per capire le principali tendenze dell'elettronica di consumo così come sono emerse in questi giorni all'Iifa, una delle più importanti esposizioni di tecnologia al mondo.
Chiariamo subito: per 'ecosistema' si intende l'insieme di strumenti hardware e software che l'utente utilizza per vivere appieno la propria vita digitale tanto a casa - nel classico salotto - quanto in mobilità.
Affinché la magia funzioni e l'ecosistema sia davvero tale, software e hardware devono essere realizzati dai produttori con un approccio sempre più integrato e - appunto - 'convergente', nel senso che ogni strumento deve essere in grado di dialogare e interagire con gli altri in maniera semplice e trasparente, quando non addirittura utilizzando la stessa interfaccia.
'Condivisione”, infine, quasi si spiega da sé: nell'era del social web ogni device deve essere connesso in Rete perché l'utente, che poi è il centro di gravità di questo complesso universo tecnologico, deve poter fruire contenuti online e condividerli attraverso i social network.
All'Ifa, c'è di tutto: televisori con schermi Oled spessi pochi millimetri e capaci di risoluzioni 4K, ovvero quattro volte superiori all'attuale full hd. Computer portatili che diventano tablet staccandosi e riattaccandosi a piacimento da tastiere magnetiche. Macchine fotografiche come la Samsung Galaxy Camera che sembrano telefoni perché incorporano lo stesso software e hardware di un cellulare e consentono di condividere in mobilità e real-time le proprie foto sui social. E cellulari che a loro volta integrano hardware sempre più potenti per svolgere ogni genere di funzione.
Far parlare tra loro tutti questi oggetti per creare un ecosistema intorno all'utente non è compito da poco, e forse in questo un'azienda come Samsung Elettronics si trova avvantaggiata rispetto ad altri, perché produce praticamente ogni tipo di device: «Andiamo verso una fase nella quale ha sempre meno importanza dove si trovi l'utente», spiega Carlo Barlocco, vice presidente IT e Telcom per Samsung Italia , «e dove gli strumenti che forniamo cambiano scopo a seconda che l'utente si trovi dentro o fuori l'ambiente domestico». Il tablet per esempio, «fuori casa è un device sempre connesso e ultraportatile, mentre in salotto può diventare il secondo schermo di una televisione o il suo telecomando avanzato, cosi come uno strumento di gestione della casa intelligente», la famosa domotica.
La questione è che quando si parla di ecosistema si parla tanto hardware quanto di software, dove attualmente coesistono più piattaforme. La conseguenza è che il software resta al momento l'incognita maggiore e – per dirla con il marketing director Telecom&Network Division di Samsung Carlo Carollo, per ora «rende non lineare l'evoluzione del mercato e dei dispositivi verso la convergenza».
Il che spiega anche perché all'IFA 2012 sia stata presentata in anteprima una pletora di dispositivi che integrano Windows 8: parlando con gli addetti ai lavori, l'attesa intorno all'ultima creatura di casa Microsoft in debutto a fine ottobre era quasi palpabile, proprio perché nelle sue varie declinazioni (per pc, tablet e smartphone) sembrerebbe interpretare puntualmente la convergenza in atto.
Sulla carta, perché poi come al solito sarà l'implacabile giudizio del mercato a fare la differenza.
Un altro tema emerso nel corso dell'Ifa riguarda quale ruolo ancora abbia e debba avere le televisione nell'ecosistema digitale dell'utente. Secondo Claudio Lamperti, numero uno di Panasonic Italia, restano salde «la centralità e l'importanza dell'apparecchio televisivo che, a discapito delle cassandre che lo davano per finito, diventa sempre più importante per il consumatore, come confermano le tendenze di acquisto che vanno sempre più verso modelli da 50 e 60 pollici».
Certo, quando Lamperti parla di apparecchi tivù ha in mente prodotti come il Panasonic Viera e cioè 'smartTv' sempre più grandi, con risoluzioni sempre più alte e sempre più connesse alla Rete, oltre che capaci di dialogare con tablet e smartphone.
Ma gli utenti le comprano? «La crescita delle vendite è esponenziale», dice l'Ad di Panasonic, «e stimiamo che dall'anno prossimo almeno il 50 per cento dei televisori avrà funzionalità di SmartTv e potrà essere connesse in rete».
Viene però da chiedersi anche quanti di questi televisori intelligenti poi venga realmente connesso a Internet: «In Europa la media è attualmente del 35 per cento», rivela Lamperti, «ma in Italia siamo indietro, fermi intorno al 20. E' un problema di infrastruttura e di banda che rende i servizi ancora troppo lenti per essere fruiti in gran parte del Paese».
Sarà meglio aggiornarsi in fretta, allora, se è vero che «entro due anni tuti i televisori venduti saranno anche Smart e dotati di connessione a Internet»: se la Rete non va, il salotto multimediale italiano rischia di rimanere al palo, un po' come tutto il resto.
Simile alle precedenti ma per certi versi più ambiziosa è la visione di Richard Fairest, alla guida di Sony Italia: per il country manager dell'azienda nipponica, l'esperienza e l'ecosistema dell'utente devono essere intesi in maniera più ampia in quanto Sony è una entertainment company che produce sia device sia i contenuti come film, musica e videogiochi che tali strumenti devono veicolare: «Si parla molto di convergenza ed ecosistema», dice,«ma noi preferiamo parlare di 'Daily Customer Journey', di viaggio quotidiano dell'utente, dove ciascun cliente ha necessità diverse dettate da stili di vita diversi che noi, come industria, dobbiamo essere capaci di comprendere e soddisfare confezionando per loro un vestito su misura, riuscendo allo stesso tempo ad ispirarli». Creando appunto un ecosistema che funzioni grazie alla convergenza e favorisca la condivisione.