«Non siamo mica matti. Non vogliamo fermare la pesca al tonno. Chiediamo soltanto che sia sostenibile»: Giorgia Monti, responsabile della Campagna mare di Greenpeace, è l'incubo dell'industria conserviera, che sotto la pressione dei "rainbow warriors" ha dovuto prendere impegni stringenti per gli anni a venire. Imbarcata per due mesi nell'Oceano Indiano per un tour contro la pesca illegale, ha toccato con mano gli squilibri di un'attività condotta senza rispetto e senza regole, che pesa tra il 18 e il 30 per cento sulle catture complessive. Il rischio è che alla fine anche l'Oceano Indiano finisca come il Mediterraneo, dove dopo anni di caccia indiscriminata il tonno rosso ha rischiato seriamente l'estinzione.

Pesca sostenibile significa dunque in primo luogo legale e controllata. Ma per Greenpeace significa anche senza Fad, quelle strutture galleggianti che attirano e concentrano i banchi di tonni, consentendo catture assai più sostanziose. «Negli ultimi 20 anni sono aumentati in modo impressionante, ma è quasi impossibile conoscerne il numero esatto», continua Monti.

Secondo una stima approssimativa del Pew Environment Group, nelle acque del globo ce ne sarebbero tra i 47 mila e i 105 mila. E oltre a essere pericolosi per la fauna marina – sotto il suo cono d'ombra si ritrovano anche squali e tartarughe, nonché gli esemplari giovanili, quelli che devono ancora riprodursi – stanno anche interferendo con il comportamento dei tonni, per esempio modificando le loro rotte migratorie. Soluzioni? Imbarcare sui grandi pescherecci anche osservatori indipendenti, che certifichino la correttezza delle operazioni a bordo. Ma anche sfruttare di più la pesca a canna, a basso impatto ambientale. E l'industria sta già facendo la sua parte.

L'impegno verso una pesca senza Fad è stata presa non solo dai più grandi marchi del Regno Unito (tra cui proprio Mwb, che si è impegnato con Mareblu anche in Italia) ma anche in Australia dalla più importante catena di supermercati locale, Cole, che promette di ripensare completamente la propria filiera entro il 2015. E anche negli Stati Uniti una catena grande come Safeway ha deciso di proporre tonno "Fad free" sui propri scaffali.