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Climate fiction, la lezione dei funghi magici
Tra ecologia e realismo sociale. È il romanzo "Il vasto territorio" del cileno Simón López Trujillo. Una storia dove la fantasia stana verità sul nostro fragile stare al mondo
Un caso editoriale di qualche anno fa, “L’ordine nascosto” di Merlin Sheldrake (Feltrinelli), ci ha già messi in guardia sulle leggi segrete dei funghi: la loro presenza dalle origini della Terra, l’abilità di cooperare, di tessere reti per comunicare, la loro resistenza raccontano una strabiliante forma di vita e un’avventura della quale gli umani sono solo minimamente consapevoli.
Sorprendente era stato anche “Il fungo alla fine del mondo” di Anna Lowenhaupt Tsing (Keller), che collegava il matsutake, la prima forma di vita dopo l’atomica su Hiroshima, alle rovine del capitalismo.
Spore, batteri, muschi escono dall’invisibilità e invadono ora un sorprendente titolo delle edizioni Mercurio, “Il vasto territorio” (tradotto da Nunzia De Palma), esordio del cileno Simón López Trujillo. Protagonisti una giovane studiosa di Micologia a Manchester, ossessionata da un fungo, cappello rosso e gambo sottile, che si comporta in modo strano. E una cittadina, Curanilahue, in Cile, dove la vita del sottosuolo comincia a trasformare ciò che incontra, investendo alberi, uomini e animali di filamenti bianchi.
È il mondo di Pedro, lavoratore della feroce industria del legname, e dei suoi due figli, Patricio e Catalina. Vite che si toccheranno quando l’uomo inalerà le spore esalate dalla terra e una setta di fanatici vedrà in lui un messia. Una sequenza di incubi, fantasmi, evoluzioni fisiche. E fuochi, più attuali che mai, che prenderanno il sopravvento, come un’apocalisse che inchioda alle nostre responsabilità di predoni, falciatutto, disboscatori.
Se negli scorsi anni grandi scrittori (da Amitav Ghosh a Jonathan Safran Foer) ammettevano la responsabilità della letteratura nel non aver favorito coscienza ed empatia verso l’urgenza ambientale, López Trujillo è la conferma di una narrativa che dà voce a piante, animali, acqua, boschi. E “Il vasto territorio” un’interessante creatura, tra climate fiction e realismo sociale, con tanto di lotta di classe: un libro dove l’immaginazione più viva si fonde alla denuncia della nostra incapacità di cogliere le connessioni tra viventi. E di riconoscere, fermi nell’avidità di avere, che la felicità è una pioggia che tutto inzuppa.
Il VASTO TERRITORIO
Simón López Trujillo
Mercurio, pp. 126, € 15