Donazioni

Eterologa, l'avvocato: "Un rimborso ci vuole"

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Bisogna creare le condizioni concrete perché le famiglie possano avere un figlio in Italia. In sicurezza. L'intervento di Marilisa d'Amico, avvocato e professore di Diritto Costituzionale all’Università di Milano

La sentenza della Consulta del 9 aprile 2014 ha ricordato che la formazione di una famiglia, che include la scelta di avere figli, costituisce un diritto fondamentale della coppia, rispondente ad un interesse pubblico riconosciuto e tutelato dagli art. 2, 29 e 31 della nostra Costituzione. Dunque è necessario creare in Italia le condizioni affinché la fecondazione eterologa possa essere effettivamente praticata nel nostro paese. Purtroppo in Italia la piena applicazione della sentenza è resa più difficile dalla mancanza di donatori, uomini e donne che volontariamente possano cedere i loro gameti a coppie che ne abbiano bisogno per avere un figlio.
Salute
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In questo senso, sempre nel rispetto del divieto di commercializzazione, ritengo che un rimborso congruo, quantomeno per le giornate di lavoro perse da una donatrice che debba sottoporsi alla stimolazione ormonale, possa contribuire a creare le condizioni per applicare la sentenza nel nostro paese. Naturalmente non deve trattarsi di una cifra eccessiva, perché deve essere attentamente scongiurato il rischio di una commercializzazione del corpo della donna. Ma dovrà essere la politica, insieme alla medicina, a stabilire la cifra adeguata, anche tenendo conto di quanto accade negli altri paesi europei. Infine, perché il diritto sia garantito, è necessario creare anche in Italia una diffusa cultura della donazione, gratuita e solidale, come in Francia.