Innovazione
16 dicembre, 2025Scienza e conoscenza. La Giornata nazionale dello Spazio celebra il lancio del San Marco - primo satellite italiano - avvenuto il 16 dicembre 1964. Dopo 61 anni l’Italia racconta il suo passato per costruire il futuro, fra conferme e incertezze
Giunta alla quinta edizione, la Giornata nazionale dello Spazio è nata nel 2021 per ricordare il lancio del satellite San Marco, evento che piazzò l’Italia al terzo posto fra le potenze spaziali dell’epoca, dopo Russia e America. La cronaca racconta che il lancio sia avvenuto il 15 dicembre 1964 dalla base Nnasa di Wallops Island in Virginia (Usa), ma in Italia le lancette segnavano già la data del 16. Ed è in questa giornata che tutta Italia – e in molte sedi diplomatiche nel mondo – celebra la ricorrenza con incontri, mostre, laboratori, racconti. Questo mentre lo scenario globale cambia rapidamente, e siamo chiamati con sempre più forza a disegnare nuove strategie spaziali, orientate sempre più verso la Difesa.
Settore in trasformazione
“Lo Spazio è un nuovo terreno di confronto. Da ambiente privilegiato da cui attingere risorse è diventato un dominio critico, caratterizzato da minacce sempre più complesse”. Il monito giunge da Guido Crosetto. Il ministro della Difesa, che nel suo intervento al convegno ‘La governance dello spazio – Giornata nazionale dello spazio 2025’ ha voluto segnare la rotta della cooperazione internazionale che ora, dice il ministro, deve parlare anche la lingua dello Spazio: “È impensabile affrontare un dominio come lo Spazio da soli: l’Italia, forte delle proprie eccellenze, deve rafforzare le collaborazioni e fare massa critica con altri Paesi”. In un momento storico in cui l’Europa si guarda intorno circospetta, mentre l’America prova a fare progetti di futuro autonomo, la visione di Crosetto aiuta a comprendere la complessità di questo scenario globale, in cui lo Spazio gioca un ruolo sempre più strategico.
Cooperazione spaziale
Complessità è la parola d’ordine per questo cambio di paradigma: “Dobbiamo adottare un approccio più intelligente, strategico, flessibile, pensando alla complessità e ai costi dell’accesso allo Spazio”, con una sorta di approccio alla Difesa “by design”, se vogliamo adottare un’espressione cara alla cybersecurity: ogni investimento in ambito spaziale non può più prescindere da un approccio che strizzi l’occhio alla Difesa e alla capacità di innovare. Crosetto fa suo il mantra del merito, che deve diventare “la parte su cui costruire tutto”.
Il dome
Fantascienza o geopolitica? Ancora il ministro Crosetto, e questa volta l’attenzione è tutta sull’idea dello “scudo spaziale” che assume concretezza: “C’è la necessità di avere un Dome, uno scudo che partendo dallo Spazio copre da tutte le minacce, integrando tutti i sistemi e gli assetti a livello europeo”. Lo sguardo è rivolto a un orizzonte in cui la contesa non sarà fatta solo di orbite, ma di risorse, materiali, terre rare. E l’Italia – insiste Crosetto – deve esserci, moltiplicando il proprio ruolo attraverso la cooperazione.
Michelangelo
Leonardo ha presentato il Dome europeo, pochi giorni fa: il 27 novembre 2025 sarà ricordato come il giorno dell’annuncio di Michelangelo - The Security Dome, sistema avanzato di difesa integrata - anche spaziale - ed europea, una ‘barriera protettiva’ su scala continentale. Sembra mutuare il modello dell’Iron Dome israeliano, ma con un’architettura più vasta e complessa. “Il più grande programma di integrazione mai realizzato nel settore” l’ha definita Roberto Cingolani, ad di Leonardo. Sulle pagine del Financial Times si ipotizza anche l’entrata in servizio di Michelangelo, che potrebbe avvenire prima del 2030.
Una sola voce
La Difesa europea parla lingue diverse: radar, missili e centri di controllo non comunicano tra loro in modo efficiente. Ogni Paese ha sistemi autonomi, difficili da coordinare quando il tempo è un fattore critico. Michelangelo Dome ha un ‘cuore a forma di software’, basato su intelligenza artificiale in grado di collegare le diverse piattaforme europee. “Non stiamo inventando la ruota. I sistemi esistono già – sottolinea Cingolani – noi aggiungiamo uno strato superiore che li mette in comunicazione”.
L’obiettivo è ridurre a pochi secondi il processo decisionale: in caso di attacco, la rete dovrebbe selezionare automaticamente l’arma più efficace – un caccia, una nave, una batteria missilistica – indipendentemente da chi possiede il sensore che ha rilevato la minaccia. Una necessità resa urgente dai missili ipersonici, capaci di viaggiare oltre 6 km al secondo e colpire l’Europa in 3-5 minuti. E pare non si tratti solo di uno ‘scenario apocalittico e distopico’, di ma una minaccia da mettere in conto, e prevenire.
Spazio a due dimensioni
La Giornata Nazionale dello Spazio racconta, in questo 2025, le due anime dell’Italia ‘fra le Stelle’: quella che parla alle scuole, che costruisce curiosità, che mostra il Mediterraneo con occhi nuovi. E quella che osserva le ombre di un Mondo dove satelliti possono essere minacciati, e lo Spazio stesso è un fragile campo di tensioni. Fra questi due poli passa il futuro che va costruito applicando le regole del supporto e del dialogo. E con quella capacità tutta italiana di trasformare la scienza in racconto, e il racconto in responsabilità.
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