Ci volevano 125 anni di storia perché Renault si decidesse a mettere insieme un patrimonio di automobili, oggetti, documenti e opere d’arte legate al marchio. Lo aveva deciso l’amministratore delegato del gruppo Luca de Meo, che però ha annunciato il suo addio la settimana scorsa, lo ha voluto il presidente Jean-Dominique Senard, che ha presentato il progetto di una nuova struttura da 11.500 metri quadrati che sarà aperta al pubblico nel 2027.
A Flins dal 2027
L’edificio a più livelli, disegnato dall’architetto Jacob Celnikier dello studio CGA, nasce di fronte alla storia fabbrica Renault di Flins, alle porte di Parigi. Lì dove sono stati prodotti 18 milioni di veicoli dal 1952, dalla Dauphine alla R4 e R5 fino alla prima generazione della Zoe elettrica. Finché, dal 2021, lo stabilimento è diventato Refactory, primo sito in Europa dedicato completamente all’economia circolare.
“Luogo e vetrina di un’epoca”
Di fronte alla storia, nascerà un contenitore di storia. Fabrice Cambolive, amministratore delegato del marchio francese, non vuole chiamarlo museo ma, in attesa di un nome, ne parla come di “luogo” e “vetrina”. Qui saranno accolti centinaia di modelli che hanno fatto il Novecento e i primi 25 anni del nuovo millennio. La struttura, ha spiegato il direttore marketing di Renault Arnaud Belloni, è stata concepita perché le auto siano impilate in verticale su dei pallet, “9 per ogni piano, sistemate come su degli scaffali che in altezza arrivano fino ai 15 metri”.
Il cuore della collezione Renault
È questo il cuore della Collezione Renault, cui saranno affiancate altre due Collezioni. Una ricca di documenti e oggetti di cui il costruttore ha lasciato traccia, un’altra fatta da opere di artisti che hanno lavorato per il marchio – come Robert Doisneau, il fotografo del celebre “bacio” del 1950 ma che a cavallo della Seconda guerra mondiale era stato all’opera per Renault - sia di artisti della Street Art o ai quali il costruttore ha commissionato delle opere, come lo scultore Arman per Renault 4 nel 1967. Ci saranno anche donazioni di privati, come già avviene per il recupero di alcune vetture d’epoca nella Refactory di Flins, che tornano a nuova vita dopo un restauro. Del resto, “Flins è Renault, Renault è Flins” dice Senard, che sottolinea l’importanza dell’intera operazione come la “rinascita di un patrimonio industriale”.