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Uno dei maggiori successi di Tudor fu nel 2000, quando finì secondo alle presidenziali con il 28 per cento dei voti, otto punti in meno del socialdemocratico Ion Iliescu, che poi al secondo turno seppe trionfare facendo appello all'unità nazionale contro l'avanzata dell'ultradestra, in uno scenario molto simile a quello che in Francia si sarebbe profilato due anni dopo nel ballottaggio tra Jacques Chirac e Jean-Marie Le Pen.
Nel tentativo di ripulire la sua immagine, nel 2005 Tudor cambiò nome alla sua formazione, in Partito Popolare della Grande Romania, e ne abbandonò la leadership. Pochi mesi dopo, una volta compreso che l'obiettivo finale di quella mossa politica, l'ingresso nel Partito Popolare Europeo, non sarebbe stato raggiunto, Tudor ritornò al comando del partito, che riportò al nome originario. Parallelamente, Tudor ha rinnegato il suo antisemitismo, prima visitando Auschwitz, poi erigendo una statua in onore di Yitzhak Rabin e infine assumendo un consigliere ebreo.
Negli ultimi anni, tuttavia, il Partito della Grande Romania ha perso pesantemente consensi, passando dai 126 seggi del 2000 agli zero attuali. Vanta però ancora tre eurodeputati, tra cui appunto Vadim.
(D.C.P.)
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