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15 ottobre, 2025Israele sblocca l'ingresso di aiuti dall'Egitto, mentre Hamas si impegna a consegnare oggi altre quattro salme. Smotrich insiste: "A Gaza ci saranno insediamenti ebrei"
A Gaza, la tregua resiste con difficoltà. Dopo la giornata di ieri ad altissima tensione — con Israele che ha ucciso nove palestinesi e ha poi chiuso il valico di Rafah per la mancata consegna di tutti i corpi degli ostaggi, e con Hamas che ha accusato Tel Aviv di star violando così l’accordo — oggi il gruppo palestinese ha garantito che restituirà altre salme, mentre lo Stato ebraico che riaprirà il confine con l’Egitto per far entrare gli aiuti umanitari, come previsto dall’intesa firmata qualche giorno fa a Sharm el Sheik.
Nel frattempo, due dei primi quattro corpi restituiti da Hamas sono stati identificati: si tratta di Uriel Baruch e di Tamir Nimrodi (il primo, un civile che tornava dal Nova festival; il secondo, un soldato). E per individuare i resti delle altre salme, dentro Gaza hanno iniziato a operare i servizi segreti egiziani.
Ma dentro la Striscia continuano le violenze, con immagini e video che ritraggono i miliziani di Hamas dar vita a esecuzioni sommarie e di massa contro chi viene ritenuto collaborazionista o appartenente a gruppi rivali. Dall’ufficio della presidenza dell’Associazione nazionale palestinese arriva la condanna. Nella dichiarazione si afferma che si tratta di “crimini efferati” che non hanno giustificazione e riflettono l'insistenza di Hamas nel governare attraverso la forza e il terrore. L'ufficio di Abu Mazen dichiara inoltre che “queste violazioni devono essere fermate immediatamente” e che “il ripristino della legge e delle legittime istituzioni del popolo palestinese a Gaza è l'unico modo per porre fine allo stato di caos e ricostruire la fiducia nazionale”.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dal canto suo continua a far la voce grossa e a minacciare: ha ribadito, in un’intervista a Cbs, che “la pace si conquista con la forza”. E ha avvisato che “se Hamas non accetterà di disarmarsi, si scatenerà l’inferno”.
L’altro grande nodo (irrisolto) del piano di pace di Donald Trump sono gli insediamenti dei coloni. In Cisgiordania, ma anche a Gaza. Visto che il ministro dell’estrema destra israeliana Bezalel Smotrich, che non sembra aver abbandonato l’idea di colonizzare anche la Striscia: “Non ci sarà Hamas a Gaza, nessuna minaccia per i civili israeliani da parte di Gaza per decenni. Ci saranno insediamenti ebraici a Gaza, perché senza insediamenti a lungo termine non c'è sicurezza”, ha detto durante una cerimonia della festa di Simchat Torah a Sderot. E poi ha aggiunto: “Abbiamo pazienza, determinazione e fede e, con l'aiuto di Dio, continueremo la serie di vittorie e miracoli che Dio ha compiuto con noi e otterremo una vittoria completa anche qui... un inverno vittorioso di insediamento e sicurezza per Sderot”.
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