Mondo
27 ottobre, 2025Sale ancora la tensione tra Washington e Caracas, con le navi americane di fronte al Paese sudamericano ufficialmente per "esercitazioni militari". Trump: "Ci saranno operazioni di terra molto presto"
Continua a salire la tensione tra Stati Uniti e Venezuela, con un’altra nave statunitense — la Uss Gravely — a circa dieci chilometri dalle coste del Paese sudamericano e che si aggiunge a quelle già presenti in zona. Ufficialmente, per esercitazioni militari congiunte con gli alleati di Trinidad e Tobago — che da oggi, 27 ottobre, andranno avanti fino al 30 ottobre. Il Pentagono, poi, ha disposto lo spostamento della più grande portaerei americana, la Uss Gerald R. Ford, con cinquemila uomini a bordo e che ora si trova nel Mediterraneo. Uno schieramento che in quell’area “non si vedeva dai tempi della crisi dei missili cubani”, scrive il The Atlantic. In totale, il contingente americano al largo del Venezuela conta circa 6.500 marines e altri 3.500 militari.
Quelle che per Washington sono legittime esercitazioni e pressioni “per contrastare il traffico di droga”, per Casacas è l’esplicito “preparativo di una guerra”. “Stanno costruendo una nuova guerra. Avevano promesso che non si sarebbero fatti coinvolgere mai più, ma stanno costruendo una guerra che noi impediremo”, ha detto il presidente venezuelano Nicolas Maduro. Gli ha fatto eco il suo ministro della Difesa, Vladimir Padrino, affermando che le Forze armate “si stanno preparando ogni giorno per difendere ogni centimetro di territorio" di fronte alla "minaccia militare costituita dal dispiegamento aero-navale degli Stati Uniti che si avvicina ogni giorno di più alle coste venezuelane”.
Il senatore repubblicano Lyndsey Graham, molto vicino a Trump, ha ammesso che la guerra ai “narcoterroristi”, dopo i raid a imbarcazioni di presunti trafficanti — quelle colpite sono già state dieci, i morti circa 40 — potrebbe presto espandersi all’interno del Paese (“Sono una possibilità reale”), sottolineando anche che il presidente Usa informerà il Congresso sulle “potenziali future militari contro il Venezuela e la Colombia”. E lo stesso Trump, partendo per il suo tour in Asia che si concluderà con il vertice con il presidente cinese Xi Jinping, ha ammesso: “Ci saranno azioni di terra in Venezuela molto presto. Non mi serve una dichiarazione di guerra. Uccideremo soltanto quel paio di persone che ci servono”.
Fin dal suo ritorno alla Casa Bianca Trump sta portando avanti una campagna martellante contro i cartelli della droga e le gang venezuelane e, per estensione, direttamente contro il regime di Maduro. Negli scorsi giorni, il braccio di ferro ha fatto un passo in avanti con l’ammissione, da parte del presidente Usa, di azioni della Cia già in corso all’interno del Paese. Poi, nei mesi scorsi, la taglia da 50 milioni di dollari sulla testa del leader venezuelano
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Russian Secrets - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 24 ottobre, è disponibile in edicola e in app



