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7 ottobre, 2025Dalla destra alla sinistra, i partiti chiedono le dimissioni di Macron. Il presidente, intanto, dà un termine di 48 ore al primo ministro dimissionario per tentare di risolvere la crisi
Nel tentativo di trovare una soluzione all’impasse seguita alle sue dimissioni, e dopo il termine di 48 ore dato dal presidente Emmanuel Macron, il primo ministro dimissionario Sébastien Lecornu ha convocato un colloquio con ''ciascuna delle forze politiche'' a Palazzo Matignon.
L’Eliseo, attraverso una nota, aveva fatto sapere dell’intenzione di Macron di affidare a Lecornu “la responsabilità di condurre i negoziati finali entro mercoledì sera per definire una piattaforma di azione e stabilità per il Paese". Le consultazioni, che verteranno principalmente sul bilancio e sul futuro della Nuova Caledonia, si svolgeranno tra il pomeriggio di oggi - 7 ottobre - e la mattina di domani.
I responsabili del Rassemblement National, Marine Le Pen e Jordan Bardella, hanno già fatto sapere che declinano l'invito alle consultazioni. Bardella ha ribadito il suo appello a una nuova dissoluzione dell'Assemblea Nazionale e ha affermato che si ''assumerà le proprie responsabilità'' in caso di elezioni legislative anticipate, con una candidatura ''molto probabile'' e una ''mano tesa'' alla destra per formare una maggioranza se necessario. ''Se domani dovessero esserci delle elezioni legislative, vista la gravità del momento, è effettivamente molto probabile che sia candidato'', ha dichiarato Bardella a BFMTV e RMC.
Il delfino di Le Pen, dunque, torna ad invocare con forza le elezioni, sostenendo che ''i francesi devono scegliersi una maggioranza''. Il Rn è attualmente in testa ai sondaggi d'opinione, ma questi mostrano che nuove elezioni potrebbero portare vita a un altro Parlamento diviso, senza che nessun gruppo detenga la maggioranza, in una situazione analoga a quella attuale.
La politica francese, che non è abituata a creare coalizioni e a trovare consenso proprio per l’assetto creato dalla Quinta Repubblica, si trova a dover fare i conti con un presidente che ha più volte ribadito la sua intenzione di non dimettersi, e con dei partiti, dall’estrema destra all’estrema sinistra, che chiedono a gran voce le sue dimissioni. Le opzioni a disposizione di Macron non sono tante: potrebbe nominare premier un membro della sinistra, che vuole indebolire la sua riforma pensionistica e tassare i ricchi, o indurre nuove elezioni o dimettersi.
Ciò che è certo è che continuare a nominare primi ministri appartenenti al suo schieramento non appare più sostenibile. Per la sua figura politica e per la Francia stessa.
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