Londra sta mettendo in campo diverse misure contro Tel Aviv, in risposta alla nuova offensiva militare ordinata dal gabinetto di Benyamin Netanyahu nella Striscia di Gaza, chiamata "Carri di Gedeone". Il governo laburista di Keir Starmer ha deciso di sospendere i negoziati commerciali con Israele su un trattato di libero scambio post Brexit. E non solo: è previsto anche un pacchetto di sanzioni contro alcuni esponenti e gruppi delle frange più estreme dei coloni israeliani in Cisgiordania, ritenuti responsabili di atti di violenza contro i palestinesi.
Il primo ministro del Regno Unito ha pubblicato sul suo profilo X la condanna della nuova offensiva dell'Idf (le forze di difesa isreaeliane) su Gaza, firmata assieme a Emmanuel Macron e Mark Carney. Regno Unito, Francia e Canada "si oppongono con forza all'espansione delle operazioni militari d'Israele" nella Striscia. "Il livello di sofferenza umana a Gaza è intollerabile", si legge nella dichiarazione congiunta, dove si denunciano come "del tutto inadeguati" i pochi aiuti umanitari autorizzati ieri dal governo Netanyahu dopo 11 settimane di nuovo blocco. Una posizione che non vuole essere un cambio di rotta, ma una presa di coscienza rispetto agli ultimi sviluppi della situazione nell'enclave palestinese: i tre alleati - si legge - hanno sempre riconosciuto "il diritto all'autodifesa d'Israele dopo l'efferato attacco" di Hamas del 7 ottobre 2023, ma giudicano ormai "l'escalation" della ritorsione militare israeliana "totalmente sproporzionata".
Starmer è intervenuto, alla Camera dei Comuni, anche sul blocco degli aiuti umanitari: "Non possiamo permettere che la popolazione di Gaza muoia di fame", ha affermato. "Il recente annuncio che Israele consentirà l'ingresso di una quantità minima di cibo a Gaza è totalmente e assolutamente inadeguato". Il Regno Unito ha, poi, convocato l'ambasciatrice di Israele a Londra, Tzipi Hotovely, secondo quanto annunciato dal ministro degli Esteri britannico, David Lammy. È "ora di porre fine al blocco" degli aiuti umanitari per la popolazione palestinese, ha affermato Lammy, definendo "abominevole" la minaccia della morte per fame "che incombe su centinaia di migliaia di civili" nella Striscia. Il responsabile del Foreign Office ha poi sottolineato che il blocco di 11 settimane che impedisce agli aiuti umanitari di raggiungere la Striscia è "indifendibile e crudele". In questo modo - ha proseguito - Israele si sta isolando "dai suoi amici e partner in tutto il mondo". Per poi concludere: "Il mondo sta giudicando. La storia giudicherà".
La risposta di Tel Aviv è arrivata puntuale: "Anche prima dell'annuncio odierno la questione non è mai stata promossa dal governo britannico attuale. Se, per un'ossessione antisraeliana e considerazioni politiche interne, il governo britannico è disposto a danneggiare la propria economia, è una sua decisione. Il mandato britannico è terminato esattamente 77 anni fa. Pressioni esterne non devieranno Israele dalla sua strada", ha affermato il ministero degli Esteri israeliano dopo la decisione di Londra.