Non solo Gaza: il governo di Benjamin Netanyahu alza la tensione anche in West Bank. Israele ha annunciato la creazione di 22 nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata. La decisione del gabinetto di sicurezza israeliano è stata comunicata su X direttamente dal ministro delle Finanze ed esponente dell’ultradestra religiosa, Bezalel Smotrich. “Abbiamo preso una decisione storica riguardo allo sviluppo degli insediamenti: 22 nuove comunità in Giudea e Samaria", ha dichiarato Smotrich, utilizzando il nome che gli israeliani usano per la Cisgiordania. "Non abbiamo preso una terra straniera, ma l'eredità dei nostri padri - ha continuato -. Grazie al duro lavoro e alla tenace leadership, siamo riusciti a creare un profondo cambiamento strategico, riportando lo Stato di Israele su un percorso di costruzione, sionismo e visione. L’insediamento nella terra dei nostri antenati è il muro protettivo dello Stato di Israele: oggi abbiamo compiuto un grande passo per rafforzarlo. Il passo successivo: la sovranità!". “Questa è una decisione storica che cambia il volto della regione e plasma il futuro degli insediamenti israeliani in Cisgiordania per gli anni a venire”, ha aggiunto in una dichiarazione il ministro della Difesa Israel Katz.
La decisione del gabinetto di sicurezza si inserisce nella lunga attività di insediamento israeliana, più volte stigmatizzata e denunciata come illegale dalle Nazioni Unite perché in violazione del diritto internazionale. In oltre mezzo secolo si stima che Israele abbia costruito oltre 100 villaggi in tutta la Cisgiordania e che in quel territorio abitino oltre 400 mila coloni. Sugli insediamenti israeliani in West Bank, oltre una serie di risoluzioni dell’Onu, è intervenuta lo scorso luglio anche la Corte internazionale di giustizia che ha dichiarato illegale la presenza israeliana nei cosiddetti “Territori occupati”. Secondo un rapporto dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) aggiornato al 3 marzo 2025, dal 7 ottobre 2023 almeno 894 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. Tra le vittime si contano almeno 195 bambini palestinesi. La violenza ha coinvolto anche i coloni israeliani: nello stesso periodo, sono stati registrati circa 1.270 attacchi da parte di coloni contro palestinesi.