Almeno 300 palestinesi sarebbero stati uccisi dai soldati israeliani dall'inizio del nuovo sistema di distribuzione degli aiuti gestito dalla controversa Gaza Humanitarian Foundation

Gaza, Israele spara ancora sulla folla in coda per gli aiuti alimentari: decine di morti a Rafah e a Khan Younis

Diverse decine di palestinesi sono stati uccisi nelle ultime ventiquattro ore vicino a due centri di distribuzione di aiuti nella Striscia di Gaza, secondo fonti mediche e della protezione civile locale. Si tratta del bilancio più grave in un solo giorno dall’attivazione del nuovo sistema di distribuzione alimentare, promosso da Israele e Stati Uniti e gestito da un controverso ente privato, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF).

 

Secondo quanto riportato da Al Jazeera, 38 persone sono morte nell’area di Rafah, nel Sud della Striscia, mentre tentavano di raggiungere un centro di distribuzione della Ghf. Poche ore più tardi, un episodio simile si è verificato a Khan Younis, sempre nel Sud, dove almeno 47 palestinesi sono stati uccisi, secondo quanto riferito dalla protezione civile di Gaza. Il portavoce Mahmoud Bassal ha dichiarato all’agenzia di stampa francese Afp che oltre 200 persone sono rimaste ferite mentre attendevano la distribuzione di farina: “I droni israeliani hanno aperto il fuoco sulle persone. Pochi minuti dopo, i tank israeliani hanno sparato diversi colpi, causando un gran numero di morti e feriti”.

 

Il personale medico dell’ospedale Nasser di Khan Younis ha confermato l’arrivo di quasi 300 persone tra morti e feriti, colpite, secondo le testimonianze, dai colpi dei carri armati mentre erano in attesa di cibo. “La situazione è ormai fuori controllo. L’ospedale non è più in grado di gestire un numero così elevato di casi”, ha denunciato il dottor Mohammed Saqer, responsabile infermieristico della struttura.

 

L’esercito israeliano, contattato da più testate internazionali, non ha commentato i fatti. In precedenti occasioni, i militari avevano ammesso di aver sparato colpi di avvertimento contro “sospetti” che si avvicinavano alle postazioni di sicurezza, senza però chiarire se e quanti civili fossero stati colpiti.

 

Secondo Al Jazeera, dalla fine di maggio, quando è stato lanciato il nuovo meccanismo di consegna degli aiuti, più di 300 palestinesi sono stati uccisi e oltre 2 mila feriti mentre tentavano di raggiungere i punti di distribuzione. Il sistema è stato introdotto per sostituire le operazioni dell’Onu, sospese dopo mesi di ostacoli e accuse reciproche tra Israele e le agenzie umanitarie. 

 

La popolazione civile, però, si trova stretta tra la fame e il rischio concreto di essere colpita mentre cerca di ottenere cibo. Le scorte di beni essenziali sono ormai quasi esaurite, e il blocco israeliano – attivo fin dai primi giorni della guerra, scoppiata nell’ottobre 2023 – continua a limitare l’ingresso di aiuti internazionali.

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