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11 luglio, 2025Consegnata ai rappresentanti delle Nazioni Unite a Caracas una lettera in cui si chiede “un'azione urgente per il ritorno” dei bambini separati dai loro genitori
Ieri, 10 luglio, le strade di Caracas erano invase da centinaia di persone che protestavano per chiedere il ritorno di almeno 30 bambini rimasti negli Stati Uniti dopo essere stati separati dai genitori venezuelani deportati per volere dell'amministrazione Trump, lo scorso marzo. Durante la protesta, una donna, Mariale Castellano - deportata in Venezuela a fine maggio - ha partecipato alla marcia per chiedere il ritorno della figlia di 9 anni, rimasta negli Usa dopo l'espulsione, dove è stata affidata a una famiglia adottiva. “Ho passato quattro o cinque mesi ad aspettare con lei la deportazione, ma non l'ho ottenuta”, ha lamentato la 26enne. Durante la manifestazione è stata letta una lettera, consegnata ai rappresentanti delle Nazioni Unite a Caracas, in cui si chiede “un'azione urgente per il ritorno” dei bambini separati dai loro genitori.
Già a fine giugno il governo venezuelano aveva denunciato il "rapimento" di 18 bambini sotto ai 12 anni, ma da allora è cresciuto ancora di più il numero di minori stranieri bloccati negli Stati Uniti senza i genitori. La richiesta della piazza non finisce qui: i manifestanti vogliono il rimpatrio di 252 venezuelani deportati con l'accusa di appartenere alla banda Tren de Aragua e rinchiusi in un carcere di massima sicurezza a El Salvador, nell'ambito della repressione voluta dal presidente Usa contro gli immigrati irregolari accusati di essere criminali violenti: oltre 7 mila i rimpatriati da febbraio a oggi.
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