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14 luglio, 2025Tra maggio e giugno nel mare di Ibiza sono stati ritrovati cinque corpi con corde a mani e piedi. Forse migranti partiti dall’Algeria, uccisi dai trafficanti. Lungo una tratta sempre più calda
Un macabro caso rischia di scuotere la tranquillità estiva nell’arcipelago delle Baleari. Nelle ultime settimane – nel pieno della stagione turistica, tra le rinomate discoteche e le spiagge prese d’assalto – le autorità locali hanno effettuato una serie di scoperte inquietanti. Secondo quanto appreso da L’Espresso, tra il 18 maggio e l’11 giugno scorsi, cioè in meno di un mese, sono stati ritrovati al largo dell’Isola di Ibiza almeno cinque corpi senza vita con mani e piedi legati con delle corde. Quando arriviamo sul posto, la Guardia Civil di Ibiza ha appena aperto un’inchiesta, di cui ora siamo in grado di rivelare alcuni dettagli.
L’ipotesi degli investigatori spagnoli, che indagano per omicidio, è che si tratti di migranti partiti dall’Algeria all’inizio dell’estate e assassinati durante il loro viaggio in barca, probabilmente in seguito a una discussione avuta con i trafficanti che li trasportavano. Le identificazioni si stanno rivelando complicate e i medici legali stanno avendo difficoltà con le autopsie, a causa dell’avanzato stato di decomposizione in cui sono stati trovati i corpi. Tutti, comunque, molto giovani: la preoccupazione principale è che possa trattarsi anche di minorenni, dal momento che alle Baleari sono arrivati già 600 minori non accompagnati. Un altro ostacolo riscontrato da chi sta portando avanti le indagini è la mancanza di testimoni utili a chiarire cosa sia successo. Gli altri passeggeri a bordo delle imbarcazioni, infatti, sono consapevoli di essere arrivati in Spagna illegalmente e – almeno per il momento – non hanno denunciato quanto accaduto. Forse anche per paura di ritorsioni.
Il primo cadavere (l’unico ritrovato con un giubbotto salvagente addosso) è emerso il 18 maggio al largo di Formentera. Segnalato da un’imbarcazione belga nel tardo pomeriggio, è stato recuperato dal pattugliatore Río Segura della Guardia Civil. L’ultima scoperta è invece dell’11 giugno, sulla costa del Parco naturale Sa Dragonera, a Ovest della baia di Palma di Maiorca. Gli altri tre sono stati individuati, anche grazie a barche private, nei dintorni di Ibiza (due) e Formentera (uno). Tutti, confermano fonti giudiziarie, avevano gli arti incatenati. Alfredo Perdiguero, viceispettore e sindacalista della Policía Nacional, è scioccato: «Chiunque sia il responsabile di quelle morti è una bestia immonda».
Due migranti senegalesi, arrivati da poco in Spagna attraverso la stessa rotta, hanno raccontato alla giornalista spagnola Macarena Gutiérrez come durante quei viaggi chiunque crei problemi venga subito immobilizzato. La mancanza di cibo e di acqua e, in generale, il clima teso durante la traversata – che può richiedere dalle 12 alle 24 ore, in base al meteo – portano molti a protestare contro gli aguzzini. In caso di problemi, sono i primi a finire in acqua. Non è la prima volta che vengono recuperati cadaveri di migranti sulle coste delle Baleari (quest’anno sono stati già più di 30), ma il fenomeno è in preoccupante aumento e soprattutto la circostanza delle mani e dei piedi legati è drammaticamente inedita. Il contesto, secondo quanto riferiscono gli inquirenti iberici, è la nuova rotta che collega la Somalia con l’Algeria fino alle Baleari (e poi prosegue verso Alicante, Murcia o Almería).
«Questa tratta sta sostituendo la via del Mediterraneo centrale, bloccata dalle misure del governo italiano di Giorgia Meloni», spiegano dalla Comisión Española de Ayuda al Refugiado (Cear). L’anno scorso l’arcipelago aveva registrato, infatti, un afflusso record, con un aumento del 300 per cento rispetto all’anno precedente. Stando alle previsioni ufficiose delle autorità – e considerando l’aumento di arrivi non solo dall’Africa subsahariana e dal Maghreb, ma anche dall’Asia e in particolare dal Bangladesh – il 2025 non avrà precedenti. Alla fine di giugno, 400 migranti sono sbarcati alle Baleari in soli tre giorni. Il mese passato è stato finora il più intenso per i militari impegnati nel contrasto al traffico di esseri umani. L’11 giugno, un’operazione congiunta della Policía Nacional e della Guardia Civil ha portato all’arresto di due trafficanti mentre guidavano un barcone di migranti diretto a Formentera. Il 19 giugno è stata invece l’Europol ad arrestare otto trafficanti marocchini, il cui boss aveva il suo quartier generale proprio a Ibiza. Per raggiungere la Spagna dal Nord Africa il prezzo richiesto era di 14 mila euro.
Il fenomeno crea sempre più apprensione tra i residenti dell’isola. La presidente delle Baleari, Margalida Prohens (Partito popolare), è tornata in questi giorni ad attaccare il premier spagnolo Pedro Sánchez (Partito socialista) accusandolo di essere incapace di proteggere i confini del Paese e di aver abbandonato le Baleari a un dramma migratorio. Sánchez, già sotto pressione a Madrid per i recenti scandali di corruzione che hanno riguardato la sua cerchia ristretta, non è l’unico tirato in causa dagli ibizenchi. Il ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, durante la sua ultima visita sull’isola alla fine di aprile, è stato criticato per non aver aumentato – come richiesto dai Comuni locali – le poche unità di polizia marittima incaricate di pattugliare da sole quasi duemila chilometri di costa. Mentre la delicata inchiesta della Guardia Civil è ancora all’inizio e la polizia giudiziaria teme di dover recuperare altri corpi, l’ultradestra locale di Vox va all’attacco denunciando «un’invasione delle frontiere» e chiedendo una «deportazione di massa immediata». È cominciata un’estate rovente tra le onde delle Baleari.
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