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19 luglio, 2025L'annuncio del cessate il fuoco tra Damasco e Tel Aviv era arrivato nella notte dall'ambasciatore Usa in Turchia: "Drusi, beduini e sunniti depongano le armi e si impegnino a costruire una nuova identità siriana unita"
A Sweida è stato raggiunto un accordo di "cessate il fuoco immediato". L'aveva già annunciato nella notte - tra il 18 e il 19 luglio - l'ambasciatore degli Stati Uniti in Turchia, Tom Barrack, ma la conferma arriva adesso dalla presidenza siriana, che ha invitato "tutte le parti a rispettare pienamente" la tregua e a fermare la violenza nella provincia meridionale a maggioranza drusa. "Qualsiasi violazione del cessate il fuoco sarà considerata una chiara violazione della sovranità", si legge nel comunicato della presidenza.
Gli uomini armati siriani hanno iniziato il dispiegamento questa mattina, stando a quanto annunciato dal portavoce del ministero dell'Interno siriano, Noureddine al-Baba, in una dichiarazione diffusa su Telegram: "Le forze della sicurezza interna hanno iniziato a dispiegarsi nella provincia meridionale con l'obiettivo di proteggere i civili e porre fine al caos", sulla base dell'intesa raggiunta dal presidente Ahmed al-Sharaa e dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Almeno 718 persone sono rimaste uccise negli scontri che andavano avanti da una settimana, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede a Londra. Tra le vittime si contano 146 combattenti drusi e 245 civili, di cui 165 sarebbero stati "giustiziati sommariamente da membri dei ministeri della Difesa e dell'Interno". Gli scontri hanno causato anche la morte di 287 soldati governativi e 18 combattenti beduini, oltre a 3 civili beduini giustiziati da miliziani drusi, secondo l'Osservatorio. Inoltre, 15 soldati dell'esercito siriano sarebbero stati uccisi in raid aerei israeliani.
Come già era successo per il ritiro delle forze armata governative da Sweida, anche per l'accordo di un cessate il fuoco tra Damasco e Tel Aviv è stata rilevante la mediazione statunitense, araba e turca. Proprio Tom Barrack ha spiegato che la tregua è stata sostenuta da attori regionali, tra cui Turchia e Giordania. "Il primo ministro israeliano Netanyahu e il presidente siriano al-Sharaa, con l'appoggio del segretario di Stato Usa, Marco Rubio, hanno accettato un cessate il fuoco", ha scritto l'ambasciatore sui social. "Invitiamo i drusi, i beduini e i sunniti a deporre le armi e, insieme alle altre minoranze, a costruire una nuova identità siriana unita, in pace e prosperità con i suoi vicini".
"Il discorso del presidente siriano Ahmed al-Sharaa ha manifestato il suo sostegno agli aggressori jihadisti (nelle sue parole: "Le tribù beduine come simbolo di nobili valori e principi"), incolpando le vittime (la minoranza drusa attaccata). Al-Sharaa ha condito il tutto con teorie cospirazioniste e accuse contro Israele. In conclusione: nella Siria di al-Sharaa è molto pericoloso appartenere a una minoranza: curda, drusa, alawita o cristiana. Questo è stato dimostrato ripetutamente negli ultimi sei mesi", ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, poche ore dopo l'annuncio degli Usa dell'accordo tra Israele e Siria.
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